Basket A2, braccio, mente e leadership: l’Unieuro è in buone mani

Basket
  • 07 marzo 2025

Come sempre fanno discutere, c’è chi non condivide la decisione dell’Academy, ma raramente chi lo vince è una figura di secondo piano che non ha lasciato, o lascerà, traccia, nel mondo del cinema. Sono i Premi Oscar e nella settimana in cui Hollywood li ha assegnati, pensando al piccolo mondo della pallacanestro c’è chi, passo dopo passo e partita dopo partita, sta quantomeno avanzando un’autorevole candidatura a ricevere il premio alla “migliore regia”.

Pensando solo agli italiani di questa stagione, i potenziali vincitori dell’Oscar sono tanti: da Diego Monaldi di Rieti a Federico Mussini di Avellino, da Matteo Fantinelli di Bologna ad Andrea Amato di Milano, ma nel girone di ritorno ecco che anche da Forlì si erge un protagonista che sta meritandosi di rientrare nel lotto.

È Riccardo Tavernelli, un nome non certo nuovo, con tanta e importante produzione alle spalle, ma che era arrivato a prendere in mano la regia dell’Unieuro tra più di una perplessità espressa dalla tifoseria. Adesso, però, l’ex capitano di Tortona, che con i piemontesi vinse il campionato nel 2021, sta facendo vedere a tutti di avere ancora “il tocco”.

La sfida vinta domenica a Vigevano è stata l’emblema non solo dell’ascesa di rendimento di Tavernelli, ma anche della sua importanza emotiva all’interno del gruppo biancorosso. Tuffi sulle palle vaganti, pressione difensiva a oltranza e la bellezza di 11 rimbalzi di cui 5 offensivi, sono persino sorprendenti se pensiamo che si tratta di un “ragazzo” con mezzi atletici da uomo comune e che il 16 marzo farà 34 anni.

Sorprendenti anche se si torna indietro con la memoria all’inizio della sua avventura forlivese: Tavernelli nell’ultima stagione in A aveva giocato pochissimo, complici anche problemi fisici, e per lui trovare ritmo (oltre che confidenza con una realtà nuova) non è stato immediato. Trattandosi, poi, di un play “vecchio stampo”, quasi retrofuturista nel suo approccio alle partite principalmente al servizio dei compagni, l’impatto con la stagione in maglia Pallacanestro 2.015 è stato complicato.

Adesso però il suo ruolo è sempre più centrale negli schemi di Antimo Martino. E anche le statistiche, dalla cui prospettiva non è mai stato giusto leggere le prestazioni di Tavernelli, questa volta parlano chiarissimo. Il regista nel girone di ritorno gioca 5 minuti di meda in più a partita (25 contro 20), è passato dal segnare 4.8 punti subendo 2.8 falli, a metterne a referto rispettivamente 6.8 e 3.8. Cresciute anche le sue percentuali: dal 41% al 44% da due e dal 32% al 39% dall’arco. Se in tutta l’andata una sola volta era riuscito a toccare la doppia cifra, in dieci partite del ritorno l’ha fatto tre volte e anche la sua valutazione passata da 10.4 a 13.1, è stata “in doppia” il 70% delle volte, contro il 50% (9 su 18 partite) della prima metà del campionato.

E questo non solo per l’incremento della sua produzione offensiva, perché Tavernelli continua a fare il Tavernelli. Sempre meglio: assist saliti a 3.7 di media nel ritorno, che diventano ben 4.2 nelle vittorie ottenute dai biancorossi; rimbalzi offensivi schizzati da 0.7 a 2 a partita e palle recuperate salite da 0.8 a 1.3 a sera. Insomma, Martino ha mente e braccio degni di una squadra di vertice. A tutta la sua Unieuro il compito di provare a valerlo davvero, sin da domenica contro Cremona.

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