Nessuno difende come l’Up Imola, ma l’infermeria è strapiena

Ci sono partite, serate, vittorie speciali, che al termine di un campionato si ricordano in maniera indelebile. E pure negli anni futuri. A prescindere da come sia poi andata la stagione o da tutto ciò che succederà dopo. L’impresa dell’Andrea Costa a Piombino rientra tra quelle speciali, perché ottenuta in condizioni a dir poco complicatissime. E l’abbraccio finale di tutta la squadra con l’Onda d’Urto, la grande esultanza dei giocatori e le facce dei componenti dello staff, compreso il sempre glaciale Luca Dalmonte, ne costituiscono una parte fondamentale.

Le parole spese dallo stesso allenatore biancorosso in conferenza stampa, trasudanti di orgoglio e di soddisfazione con quel “senso d’appartenenza” giustamente ripetuto più volte, chiudono il cerchio di un pomeriggio iniziato con i peggiori presagi e finito nel migliore dei modi.

Difesa numero 1

A Piombino l’Up è riuscita a ovviare all’assenza di tre pedine del quintetto e all’infortunio di Tamani grazie alla forza della propria difesa che è la migliore di tutta la serie B. I biancorossi subiscono 67.2 punti a partita, forzando gli avversari al 47% da due e al 29% dall’arco: nel girone B solo la Luiss Roma (69.6) e nell’A Legnano (68.5) si avvicinano. Per capire meglio: in Toscana Dalmonte ha dovuto fare a meno di 35.2 punti (14.4 Sanguinetti, 8.6 Gatto, 7.3 Zedda e 4.9 Tamani) sui 72.3 segnati di media e di 84’ minuti (26.2 Sanguinetti, 27 Gatto, 16.3 Zedda e 14.8 Tamani) sui 200 disponibili, ma ha vinto le partite costringendo Piombino al 32% dal campo e a due quarti (il primo e l’ultimo) da 6 e 7 punti.

Infermeria piena

Resta ora da capire se l’Andrea Costa potrà recuperare qualcuno in vista del derby con Faenza di sabato sera. Qualche speranza sembrerebbe (condizionale d’obbligo) averla Giacomo Sanguinetti, messo ko da una brutta forma influenzale che ha colpito altri elementi del gruppo squadra/staff. Il punto della situazione sarà fatto con estrema cautela, ricordando che l’anno scorso il capitano saltò quasi un mese di campionato per una forma virale poi degenerata in infezione. Idem dicasi per Tommaso Gatto: la risonanza magnetica al ginocchio destro ha fugato il dubbio di gravi infortuni, però l’articolazione continua a gonfiarsi (di liquido) e impedisce al lungo veneto di allenarsi. La speranza dello staff medico è di rimetterlo in piedi per la seconda parte della settimana.

Più preoccupante il problema al ginocchio destro di Georges Tamani, sottoposto a un esame specialistico nella tarda serata di ieri. Il movimento innaturale, una leggera distorsione laterale, occorso all’ex Roseto causa il parquet molto scivoloso del Pala Tenda toscano lascia aperto ogni scenario. Prosegue, infine, il periodo di riabilitazione di Vittorio Zedda, dopo la frattura del secondo metacarpo della mano sinistra. Il tutore è stato tolto, l’esterno bolognese già da qualche giorno lavora a parte assieme al preparatore atletico Ivan Ivanov ed entro le prossime due settimane dovrebbe cominciare a fare qualcosa con la palla. Al momento resta valida la prognosi di due mesi e il rientro a fine dicembre.

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