Tre hurrà in nove giorni hanno capovolto classifica, umori e orizzonti in casa Andrea Costa, come naturale e giusto che sia perché, a prescindere da ogni ragionamento sociologico, nello sport vincere è molto meglio che perdere. E domenica alla Bondi Arena di Ferrara, l’Up ha sfornato una prestazione con i fiocchi, alle due estremità del campo, traendo autostima dai due successi (il +32 nel derby e ancor più il sofferto +13 su Quarrata) e imponendo la propria pallacanestro a un avversario di spessore,
«Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile - esordisce il lungo biancorosso Tommaso Gatto - ma siamo stati bravi ad approcciarla nel modo giusto e giocare da subito come ci eravamo prefissati. Ferrara sviluppa una buona pallacanestro ed è quadrata, noi l’abbiamo portata dove volevamo e siamo sempre rimasti avanti nel punteggio. Sulla loro rimonta non abbiamo perso la calma, vero, del resto gli alti e bassi ci stanno in questo sport, quando giochi in trasferta sai che gli altri possono sempre reagire, però la squadra ha esibito grande concentrazione e resilienza».
Tifosi da urlo
I 200 imolesi al seguito e il loro eccezionale sostegno ai biancorossi per tutta la partita hanno fatto breccia nel cuore di Tommaso Gatto. «C’era una cornice di gente incredibile a Ferrara - conferma l’ex Ruvo e San Severo - e i tifosi ci hanno dato una spinta in più, a livello di energia e intensità. Avevo sentito parlare del pubblico e della curva dell’Andrea Costa ma onestamente, vissuta dal vero è tutta un’altra cosa. Sono molto contento della scelta fatta in estate anche per questo motivo. Gli unici dubbi erano a livello organizzativo, visti i problemi dello scorso anno, ma la società si sta comportando alla grande e tutto funziona alla perfezione. Poi, lo dico da giocatore, vivere in prima persona una piazza del genere fa la differenza».
Al centro del progetto
Il 28enne trevigiano domenica ha confermato l’ottimo avvio di stagione, con numeri (10.4 punti e 5.4 rimbalzi) da assoluta punta del team biancorosso che lo riconosce come tale e lo cerca tantissimo in post-basso. «Cerco sempre di mettermi a disposizione della squadra e di fare ciò che serve, quindi che sia gioco interno o sul perimetro poco cambia. Da giovane preferivo tirare da tre, ora con l’esperienza mi sto avvicinando a canestro e questa cosa non mi dispiace affatto».
Alla Bondi Arena c’era anche il fratello maggiore (18 anni in più) di Tommaso, Ivan, che ha calcato i parquet di mezza Italia. «C’erano lui e i miei genitori e mi fa sempre molto piacere averli in tribuna. Io sono nato quando Ivan stava giocando nel college Usa, poi da piccolo andavo sempre a seguire le sue partite: se mi sono innamorato del basket, il merito in buona parte è suo».
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