Andrea Frassineti si gode il titolo di campione italiano Sprint Gt3 in solitaria. Il diciannovenne di Faenza, al volante della Huracan del Vincenzo Sospiri Racing Forlì, si è aggiudicato la corona in solitaria: il compagno Edoardo Liberati, infatti, ha chiuso terzo per aver saltato una gara a causa di una concomitanza con un altro campionato. La squadra diretta dall’ex pilota di Formula Uno forlivese ha vinto anche la categoria Pro-Am con Mattia Michelotto ed Ignazio Zanon.
Che emozione è aver vinto un titolo tricolore così prestigioso a soli 19 anni? «E’ una grande gioia aver raggiunto questo traguardo e mi spiace per Edo, che ha condiviso gran parte di questa sfida, ma ha saltato una gara. Per fortuna Lamborghini ha inviato Sandy Mitchell, che ha soli 24 anni, ma è già uno dei piloti factory. Girare con lui mi ha insegnato diverse cose».
Cosa si prova a raggiungere un traguardo così prestigioso? «Ci ho messo due giorni per realizzare che c’ero riuscito ed è stata una grande soddisfazione. Anche perché il titolo non è stato facile da raggiungere: nella prima manche dell’ultima gara ci hanno buttato fuori, ma siamo rientrati ed abbiamo chiuso al 6° posto, prendendo quei punti che ci servivano per mantenerci al vertice. Poi abbiamo vinto gara2».
Quali sono stati i momenti più belli e quelli più brutti di questo 2025? «Vincere ad Imola, davanti ai miei familiari e ai miei amici ha reso ancora più bello un giorno speciale. Mentre è stata dura a Misano: in gara1 sono uscito al curvone per una pozza d’olio, ma è stata colpa mia, stavo andando troppo forte. Ho perso così la possibilità di giocarmi anche il titolo Endurance (i piloti del Gt3 tricolore si cambiano al volante ogni 25’ e corrono le gare Sprint di un’ora in due e quelle Endurance di tre ore in tre ndr)». Nella stagione sono arrivate altre due gare importanti: la 24 ore di Spa e il Gt World Challenge di Monza, come è stato “assaggiare” il mondiale? «Nella prima, purtroppo, siamo usciti di gara subito e non ho corso, anche se l’atmosfera di Spa è incredibile, nella seconda, invece, ci siamo giocati il podio fino a 5’ dal termine, quando un calo dei freni ci ha rallentato». Avere avuto l’appoggio e i consigli di Vincenzo Sospiri è stato importante? «Direi proprio di sì. Mi ha dato una grande mano e soprattutto ha saputo scegliere gli uomini giusti per comporre lo staff. Nelle situazioni critiche e nelle scelte delle strategie è stato fondamentale». Ha già festeggiato il successo? «Ancora no, vedremo se organizzare qualche cosa con la squadra per un fine settimana. Senza esagerare perché bisogna restare focalizzati sugli allenamenti».
Ha già le idee chiare per il 2026? «Ancora no, ci sono alcuni progetti sul tavolo, ma bisogna scegliere bene: abbiamo centrato un traguardo importante. Non so se sarò ancora con il Vincenzo Sospiri Racing, ma resteranno sempre una seconda famiglia per me: Forlì e Faenza sono vicine».