Scherma, alle origini di Matteo Galassi e la “rivoluzione” di Greta Pirini

Li chiamano predestinati. Nello sport sono quei ragazzi che già dal primo giorno in palestra fanno brillare gli occhi ai loro allenatori, sicuri di avere tra le mani un talento che prima o poi salirà sulla ribalta nazionale o internazionale.
Certo, ci vuole tanto lavoro, servono parecchi sacrifici e bisogna avere una grande preparazione fisica e una forte tenuta mentale. In poche parole è la carriera, finora splendente di Matteo Galassi.
Il ventenne cervese è il nuovo che avanza della scherma italiana. Sia chiaro, a livello giovanile aveva già ripetutamente lasciato il segno, ma domenica a Genova si è superato conquistando la medaglia d’argento nella gara di spada ai campionati Europei alla sua prima convocazione in azzurro in una rassegna così importante. Genova che aveva già visto il romagnolo salire sul secondo gradino del podio anche lo scorso anno agli assoluti.
Un passo indietro
Per risalire alle radici sportive di Galassi, non si può che parlare con Greta Pirini, la maestra che ha costruito la scherma rivoluzionaria di Matteo a Cervia e che rivendica con forza questo suo ruolo nella formazione, nella crescita e nell’esplosione di Galassi.
«Ha cominciato a tirare a sei anni e mezzo, quando l’ho visto per la prima volta, suo babbo mi disse ‘lui gioca già a tennis’, gli risposi che la scelta sullo sport da praticare spettava al ragazzo, ma ho subito capito che era portato per la scherma e secondo me aveva tutte le qualità per arrivare. E infatti è arrivato, anche perché si è sempre allenato con un gruppo di ragazzi forti».
Da qui è iniziato il lungo percorso. «Ho terminato di seguirlo assiduamente perché per motivi di studio ha scelto Torino, però mi capita di lavorare con lui in nazionale quando vengo chiamata in qualità di maestra. La cosa importante è che ha sempre mantenuto l’etica e il valore sportivo che ha appreso dai nostri insegnamenti».
La carriera di Greta
Un passato da atleta nella scherma e nello sci nautico a livello nazionale (dove ha stabilito il record di salto in lungo), poi si è laureata in scienze motorie, è osteopata e maestra di scherma. E soprattutto è stato questo mix di ingredienti che Greta ha utilizzato nel suo ruolo di maestra. «La scherma è uno sport situazionale, ho lavorato sul campo a livello tecnico-tattico, cercando di dare una strategia differente, ho voluto creare qualcosa di diverso, non guardare il lavoro degli altri maestri già formati, creare qualcosa di mio, l’ho tramesso ai miei ragazzi che sono cresciuti e mi hanno dato il 100%».
E Galassi è stato il suo “capolavoro”. «Lui voleva andare il più avanti possibile nella sua attività sportiva, io ho studiato molto per realizzarmi nella mia palestra e nella mia carriera da osteopata. E solo un maestro osteopata è in grado di applicare a questo sport determinate tecniche come aumentare la lucidità».
Al Circolo della scherma di Cervia Milano Marittima si intravvedono attualmente altri nuovi, possibili Galassi? «Sì, sono ottimista, ci sono gruppi molto forti di giovani».
Torniamo a Galassi, quale è la sua miglior caratteristica? «Sicuramente la sua forza di volontà. Ha sempre dimostrato di essere un ragazzino che voleva fare tutti gli sforzi richiesti nel quotidiano per arrivare. La sua famiglia ha privilegiato sia il rendimento scolastico, sia la carriera sportiva di Matteo, un lavoro di combinata vincente».
Trampolino di lancio
Per Greta, l’argento continentale di due giorni fa è soltanto l’inizio. «Ha battuto fin da subito i grandi della spada nazionale, quindi se devo dire che è pronto anche per un campionato mondiale, rispondo sì. Se devo dire che può arrivare alle Olimpiadi Los Angeles del 2028, rispondo ancora si, se tutto fila liscio. D’altronde stiamo parlando di un ragazzo che anche nelle competizioni giovanili non è mai andato in difficoltà contro nessuno, neppure all’estero».
Matteo si è cimentato sempre e solo nella spada? «Sì, anche se ogni tanto gli davo lezioni di fioretto per aumentare la precisione, la mira».
Non è finita
Domani il romagnolo torna in pedana per la prova a spada a squadre. «Se conosco bene il commissario tecnico - sorride Greta Pirini - che è solito premiare chi arriva in alto nella gara individuale, credo che possa utilizzare Matteo nella chiusura dei vari assalti. E’ vero, ci sono veterani nella squadra italiana, ma Galassi ha chiuso spesso e volentieri gli assalti sia in Under 20 che nell’Under 17».