Pochi ma buoni. Sono solo due gli atleti romagnoli al via degli Europei in vasca corta di nuoto e rispetto ad altre stagioni, il contingente di casa nostra si è assottigliato ma può prendersi belle soddisfazioni grazie a Simone Cerasuolo e Michele Busa, due che sono già andati a medaglia a livello mondiale in questo ambito (Cerasuolo è campione mondiale dei 50 rana in vasca corta).
Nuoto, da Singapore a Lublino, Cerasuolo vuole ripetersi
Le ambizioni di Cerasuolo
L’imolese arriva con un mix di consapevolezza, serenità e fame agonistica. Dopo l’oro mondiale nei 50 rana in vasca lunga a Singapore, il 22enne imolese continua a considerarsi un ragazzo semplice, più a suo agio nella routine che sotto i riflettori. «Dopo il Mondiale è arrivata un po’ più di attenzione, da una parte mi fa piacere, dall’altra meno, non amo stare sotto l’occhio di tutti. Le pressioni che arrivano da fuori non saranno mai più grandi di quelle che metto su me stesso. Quando salgo sul blocco penso sempre che posso vincere ed è una cosa che mi galvanizza».
Il trionfo iridato non ha cambiato il suo approccio. La stagione è lunga, Lublino è solo il primo passo anche se Cerasuolo vuole lasciare il segno. «L’Europeo in corta è importante, ma rappresenta l’inizio del percorso verso il 2026 e le Olimpiadi. Il mio obiettivo è crescere negli allenamenti e prepararmi a un grande 100 rana in vasca lunga. Per ora, in corta, voglio provarci: so cosa valgo e se riesco a mettere in acqua ciò che abbiamo preparato, posso giocarmi una finale e magari qualcosa in più».
Le sue gare (oggi debutta sui 100) saranno complicate. In Europa, soprattutto in vasca corta, la rana è uno dei settori più ricchi di talento. «I rivali sono tostissimi, Sakci, Shymanovich, gli stessi Martinenghi e Viberti. La corta premia chi ha subacquee e frequenze incredibili. Lì il livello è altissimo. Al Mondiale ho capito di avere ancora spazio per crescere. Il 26”4 in semifinale mi ha lasciato entusiasmo: posso migliorare partenze, ampiezza di bracciata, primi 25 metri».
Semplice, metodico, maniacale nella sua routine, Cerasuolo ha una solidità mentale rara per la sua età. «Sono molto schematico, faccio sempre le stesse cose. Sono pronto, se arrivo in finale tutto è possibile».
Busa in salita
Anche l’altro atleta dell’Imolanuoto ha sensazioni incoraggianti pur con un avvio di stagione più complicato del previsto. Lo specialista della farfalla (oggi in acqua nei 50) racconta di essere reduce da settimane fitte di impegni e spostamenti che hanno reso la preparazione meno lineare. «Sto bene, ma l’inizio stagione è stato un po’ travagliato. Sono stato a Moena per il giuramento con la Polizia, un momento importante che mi ha permesso anche di ringraziare il mio gruppo sportivo. Poi ho raggiunto il resto della squadra a Livigno, ma essendo arrivato più tardi ho impiegato un po’ a trovare il ritmo».
La qualificazione all’Europeo però è arrivata e per Busa rappresenta un punto fermo attorno a cui orientare l’intera stagione. L’obiettivo non è legato a un posizionamento preciso, ma alla qualità della propria prestazione. «Voglio migliorare me stesso. Non ho un’idea precisa di risultato: voglio capire dove siamo arrivati con il lavoro e provare ad avvicinarmi o superare i miei migliori tempi. Mi piacerebbe centrare due finali, ma sarà la vasca a dirci quanto siamo pronti».
La concorrenza, soprattutto nei 50 e 100 farfalla, sarà di altissimo livello. Busa non lo nasconde. «Le gare saranno durissime. Ci sono atleti come Noè Ponti e Maxime Grousset, che hanno fatto podio sia nei 50 che nei 100in vasca lunga. Ponti ha nuotato tutto l’anno a livelli straordinari: credo che dopo aver perso il record mondiale voglia riprenderselo. Per me è il grande favorito».
Eppure Busa non parte battuto, anzi porta a Lublino una convinzione nuova. «So quello che valgo e se riuscirò a mettere in acqua ciò che ho preparato, posso giocarmi una finale. Lì tutto può succedere: si può vincere una medaglia, perdere un’occasione o finire quarti come l’anno scorso».
Un ulteriore elemento di fiducia arriva dal lavoro con Cesare Casella, con cui ha trovato un’intesa più solida rispetto al passato. «Siamo in sintonia, molto più che negli ultimi tre anni. L’approccio è positivo e il percorso è stato buono. Ora si tratta solo di trasformare tutto questo in gara».
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