Spia i vicini gay e li perseguita: anziano denunciato a Rimini

Rimini

RIMINI. «Tante volte ci siamo detti di aspettare. Abbiamo sopportato, nella speranza che prima o poi smettesse, ma poi ci siamo resi conto che era ora di fare qualcosa, di reagire, così lo abbiamo denunciato». Giovanni e Alberto, due nomi di fantasia per proteggere la loro identità, sono una coppia omosessuale riminese che ieri ha sporto denuncia alla procura della Repubblica contro uno dei vicini di casa per atti persecutori e stalking, documentati da riprese video e audio. «Tutte le volte che esco di casa - racconta Giovanni, il più giovane e bersagliato della coppia, seduto sul divano della sua abitazione durante la pausa pranzo dal lavoro - lui si affaccia alla sua finestra a un piano superiore del nostro condominio e mi grida “frocio”, “frocetto” o insulti simili. Dal giardino condominiale ci spia guardando dentro casa cosa facciamo. E’ una situazione che mi crea ansia e stress, e ho paura che si arrivi ad aggressioni fisiche». «Sono entrato in terapia - aggiunge il ragazzo - perché non riesco più a vivere serenamente».
Giovanni e Alberto, quando sono iniziati questi episodi?
«All’incirca a maggio del 2018. Ci siamo trasferiti qui - a Rimini, non lontano dal centro storico - due anni fa, ma all’inizio questo vicino non era così invadente e offensivo. A partire dallo scorso maggio, invece, è cominciato questo calvario. Da allora, tutte le volte che esco di casa lui, un condomino anziano, sbuca dalla finestra e mi urla “frocio”, “frocetto” o grida frasi come “ecco dove va il frocetto”. Ho provato anche a modificare i miei orari, per cercare di non incontrarlo, ma lui se ne è accorto subito e ha iniziato a dirmi “sei in ritardo. Fai in fretta, che a voi froci non vi abbonano niente”. Oppure si aggira per il giardino condominiale per sbirciare dalla nostra finestra e guardare quello che facciamo in casa».
Giovanni, come si sente oggi a causa di questi insulti?
«Mi hanno creato una forte ansia e paura, sono arrivato a prendere calmanti e ansiolitici perché non riuscivo più a stare tranquillo. Per un periodo ho anche interrotto la convivenza con il mio compagno sperando che il passare del tempo lo facesse tranquillizzare, andando a vivere altrove, ma quando sono ritornato ha ripreso a comportarsi come prima. Nel frattempo, ho deciso di entrare in terapia da una psicologa, perché a causa di questa persona non riesco più a vivere serenamente quello che sono sempre stato».
Qual è la cosa che lo ferisce di più?
«Il fatto che così facendo non ferisce solo me, ma tutta la comunità omosessuale. Sono insulti e offese che colpiscono tutti, non solo me o il mio compagno. E io penso che sia inconcepibile che nel 2019 ci siano ancora persone che hanno questo odio o intolleranza nei confronti dei gay. Siamo persone per bene, che si guadagnano da vivere onestamente e non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno».
Come reagite voi alle sue offese?
«Fino ad ora non abbiamo mai reagito, né verbalmente, né tantomeno fisicamente. Siamo stati ben educati e in più non vorremmo mai dargli la “soddisfazione”. Certo, abbiamo provato a confrontarci con lui, ma lui ci ha risposto dicendoci di averci offesi perché gli avevamo riso in faccia. Cosa mai avvenuta. In pratica, cercare un dialogo non porta a niente».
Avete paura?
Giovanni: «Io sì, ho paura. Oggi ormai se ne sentono di tutti i colori e non vorrei che dalle offese e dagli insulti, urlati dalla finestra, quindi facilmente udibili dalle persone in strada, si passasse ad altro».
Alberto: «Anche se non mi sento direttamente minacciato, perché questo vicino se la prende in particolare con il mio compagno, anche io non sono sereno. Anche perché vedere il mio ragazzo soffrire in questo modo non mi fa certo stare bene. E penso che abbiamo aspettato abbastanza prima di andare a denunciarlo».
Parteciperete al Summer pride?
«Certo, siamo già pronti con la bandiera colorata. Spero che per la nostra comunità ci possa essere più serenità. E viva l’amore. E’ la cosa più importante, senza amore non si vive».

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