Traviata, una donna forte tra uomini deboli

La prima della tanto attesa Traviata riminese, andata in scena il primo giorno dell’anno nuovo, con applausi a scena aperta, al teatro Galli di Rimini, nell’ambito del “Capodanno più lungo del mondo”, sold out già da diversi giorni, ha stregato e commosso la platea. Una storia senza tempo che parla un linguaggio sempre attuale, per scuoterci dall’ipocrisia condizionante delle convenzioni sociali e degli interessi più biechi, capaci ancor oggi di annientare qualsiasi sentimento puro. Traviata, il capolavoro in tre atti del compositore Giuseppe Verdi (1813-1901), il cigno di Busseto, andò in scena per la prima volta 170 anni anni fa alla Fenice di Venezia nel 1853. A Rimini possiamo godere di un nuovo allestimento, sottotitolato, prodotto dal Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli con patrocinio e contributo del Comune di Rimini. Per la regia di Paolo Panizza, il quale mette in campo idee innovative senza stravolgimenti esasperati, calando il melodramma verdiano in una emblematica Parigi di inizio Novecento, un periodo storico a noi più affine, e simbolico di un’epoca in cui l’innovazione avanzava veloce e la società si fa più crudele, come il grande orologio della prima scena sta ad indicare. Le scenografie virtuali, emozionali, immersive sono realizzate con proiezioni in 3D su Pvc, atte a creare ambienti ben caratterizzati, come la casa di Violetta e di Flora a Parigi, o la casa di campagna, così come i saloni delle feste con riproduzioni di dipinti celebri, restituiscono quadri scenici in linea con i sentimenti messi di volta in volta in campo dai personaggi in abiti sontuosi. Ottimo e avvolgente il cast degli interpreti, tra cui spicca la soprano di coloratura Noemi Umani, capace di creare ornamenti virtuosistici dal timbro chiaro e dalla grande presenza scenica, restituisce il ritratto di una donna forte tra uomini deboli. Sfaccettata e ricca di grande umanità, interprete ideale di una commovente Violetta Valéry. Giuseppe Varano, tenore di spicco, caratterizza con abilità Alfredo Germont e suo padre Giorgio Germont: Andrea Zese, interprete di caratura nel rappresentare le sfumature di questa ambigua figura. Gli altri interpreti sono Chiara Mazzei; Ilenia Tosatto; Roberto Carli; Giuseppe Esposito; Nico Mamone, Luca Gallo, Riccardo Lasi. Mentre persone di servizio, amici di Violetta e Flora, piccadori e mattadori, zingarelle e maschere, compongono il coro, quale sottolineatura drammaturgica agli eventi, così come Verdi compose. Precisa e puntuale la direzione d’orchestra del maestro Stefano Pecci, con l’Orchestra da Camera di Rimini e il Coro Lirico Città di Rimini Amintore Galli preparato da Marcello Mancini. Corpo di ballo Cdf Rimini, Solisti della Compagnia Rdl di Carlo Tedeschi, direttrice e coreografa Gabriella Graziano. Verdi ci lascia con molti quesiti aperti per mezzo della morte ingiusta di Violetta, e con lui continuiamo a interrogarci su come mai il vero amore non guarisca la vita, ma la musica lenisce e restituisce la vera essenza, non mercanteggiabile.

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