"Synapsy", primo film del riminese Andrea Ciavatta

RIMINI. Le sinapsi sono i punti di contatto tra due cellule nervose e servono per propagare gli impulsi nervosi. Sono quelle che fanno dialogare tra loro i nostri neuroni. Indispensabili quindi a provare qualcosa, dal piacere al dolore, ma anche a fare qualsiasi cosa, compreso muovere i muscoli. Il riminese Andrea Ciavatta, erede di una nota famiglia di imprenditori del tessile, questo lo sa, e da tempo – «si può dire da quando ero bambino» – è alla ricerca di qualcosa che lo “smuova”, che gli dia cioè la sensazione di sentirsi vivo. E una delle cose che lo fa sentire più vivo è da sempre la sua passione per il cinema. Così, trovata l’idea giusta, perché non provare a trasformare il sogno in realtà?
Tutto fatto in due
«Al principio abbiamo fatto tutto in due – racconta – io e un mio caro amico, Leo Barbato, persona dalle competenze eccezionali. Il film nasce da un mio momento triste, quando frequentavo spesso il reparto di oncologia dell’ospedale dove era ricoverato il marito di mia sorella. Andavo lì tutti i giorni e ascoltavo i sogni dei pazienti, i loro progetti: invece sono tutti morti… Mi sono sentito un privilegiato a essere sano. Così ho pensato che dovevo provare a realizzare un mio sogno. Ne è venuto fuori un film che potrà essere preso ad esempio nelle scuole di cinematografia, per insegnare come… non si fa un film!».
«Il film – prosegue Ciavatta – non ha mai avuto un copione, una scaletta… Non volevo raccontare la trama a nessuno. Un gioco di improvvisazione, come da bambini. L’idea era quella di mettere in scena una metafora del rapporto fra noi e la tecnologia in cui ci sono cose buone e cose cattive. Il tutto attraverso una storia surreale, paradossale».
Una cyborg umana
In pratica lo sfondo è una coppia formata da un uomo che ha sposato per interesse una donna brutta ma ricchissima. Lui decide di prendere un cyborg che ha le fattezze di una bella ragazza che apprende dall’ambiente in cui è immessa. E, aggiornamento dopo aggiornamento, si umanizza sempre di più: «Credo che il primo stimolo mi sia venuto da “Il mondo dei robot” con Yul Brinner. Ho sempre avuto questa fantasia di avere un mio robot. Del resto il cinema lo ha declinato in tanti modi: dai cloni ai replicanti, da “L’uomo bicentenario” a “Blade runner”, “Terminator” e il Will Smith di “Io, robot” o “Gemini man”, per fare degli esempi».
Aggiunge Ciavatta: «Io credo fermamente che i cyborg fra 100-200 anni saranno organici, avranno un’intelligenza artificiale ma saranno con pelle ossa, copie identiche degli umani. E magari questa evoluzione genererà scompiglio nella vita delle persone. Io ho solo immaginato un possibile scenario di interazione tra umani e non».
Attori e cast tecnico
Il regista e protagonista principale – insieme a Silvia Maioli, Veronica Sabattini, Massimiliano Bastianini, Leo Barbato e Stela Kuci – aveva già un accordo con i cinema di Giometti per proiettarlo in Romagna. Poi il Coronavirus ha chiuso le sale. In attesa che riaprano, “Synapsy” si può scaricare gratis su Vimeo (https://vimeo.com/397937696) e Youtube (https://m.youtube.com/watch?v=DQxmEmxzxWg). E non è più il prodotto artigianale che era alla partenza. Dopo aver finito di girare infatti, Ciavatta e Barbato si sono resi conto che, tecnicamente, non era un prodotto di qualità. «Così per il confezionamento ci siamo avvalsi dell’agenzia di doppiaggio delle sorelle Izzo, che hanno rimediato al pessimo audio iniziale coinvolgendo doppiatori professionisti come Francesca Guadagno, leggenda del doppiaggio sin dai tempi in cui faceva la bambina in “Piange il telefono” di Modugno. Poi lo Studio 16 di Daniele Quadroli a Roma ha realizzato il sound effect; il mixaggio è di Gianni Pallotto, un’autorità in materia, ideatore della voce italiana di Gollum per “Il signore degli Anelli”. Gli effetti speciali sono invece del sammarinese Thomas Righi, bravissimo. Il make up è di Thomas Claudi, anche lui eccezionale, mentre la fotografia e l’editing le ha curate Leo Barbato. Infine, nella colonna sonora ci sono diversi pezzi del riminese Andrea Felli e di Christine Johnson, newyorkese che vive a Rimini da anni. Il film è stato “asciugato” per ridurlo a 1 ora e 22 minuti, rendendolo veloce e fruibile. Ed è questo prodotto quello che vedrete in tv, sul pc o, speriamo presto, in sala».
È stata durissima
«Abbiamo girato – prosegue Ciavatta – tra i Caraibi, la Spagna, Tenerife, gli Stati Uniti: volevo posti nuovi, mai visti, volevo creare la mia Gotham City. È costato parecchio, anche in termini fisici, è stata durissima: di giorno giravo, di notte guardavo il girato, non dormivo mai. Una volta ci siamo addentrati nella giungla per ore, dove nessun turista era mai arrivato. Tra Portorico e Santo Domingo ho fatto di tutto, anche lo stuntman e mi sono pure ferito più volte. Ma ce l’ho fatta e ne sono felice e orgoglioso. Nel cassetto ho anche altri progetti, tra cui il seguito di questo primo film e una sceneggiatura comica. La fantasia, ereditata da mio padre, certo non mi manca. Ma per ora attendo con ansia la reazione del pubblico al mio esordio, “Synapsy”».

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