Sandra Milo. Una vita spontanea e gioiosa fra Fellini e i cortocircuiti tra pubblico e privato GALLERY

RIMINI. Nooooo, Sandra Milo no. D’accordo, 90 anni. D’accordo, nessuno è immortale. Ma Sandra Milo... La notizia della sua morte arriva e si diffonde fulminea, ieri mattina, dopo l’annuncio dei familiari. «Oggi alle 8.25 del mattino nostra madre è venuta a mancare. Ci ha lasciato serenamente, addormentandosi nel suo letto, nel modo in cui ci aveva espressamente richiesto, circondata dal nostro amore e da quello dei suoi amati cani Jim e Lady» hanno scritto ieri i figli Debora, Ciro e Azzurra sul profilo Instagram.

Novant’anni compiuti lo scorso 11 marzo: nata a Tunisi nel 1933 con il nome Salvatrice Elena Greco, era toscana da parte di madre. Ad appena 15 anni si era sposata con il marchese Cesare Rodighero, un matrimonio lampo che dura 21 giorni e sarà annullato dalla Sacra Rota. Le lascia un figlio che muore quasi subito e le botte che prendeva dal consorte. In seguito, si unì al produttore Moris Ergas dal quale ebbe la figlia Debora, quindi con Ottavio De Lollis con cui nacquero Ciro e Azzurra. «Sono stata una mamma pazzesca, ho lottato tanto per tenere i miei figli» ci aveva detto nel corso di una intervista in cui si parlava dei suoi ruoli femminili, di quell’icona sexy creata in particolare dai personaggi che la videro interprete per Federico Fellini: l’amante Carla in 8½, il triplice personaggio di Susy-Fanny-Iris in Giulietta degli spiriti.

Quando fu chiamata da Fellini per fare il provino per la Carla di 8½, Milo non lavorava più per il cinema da un paio di anni. Il flop del film di Roberto Rossellini, Vanina Vanini, pellicola a sfondo risorgimentale dove Sandra Milo interpretava la parte della protagonista, aveva provocato una battuta di arresto alla sua carriera.

I film

Tra gli oltre settanta film all’attivo con grandi registi (tra cui Antonio Pietrangeli, Luigi Zampa, Pupi Avati, Gabriele Salvatores fino a Gabriele Muccino) occorre ricordare L’ombrellone di Dino Risi, che la portò sulla riviera romagnola, in particolare a Riccione, dove il film fu girato.

Sandra Milo era stata diverse volte nella Perla Verde. L’ultima volta nel 2016 quando fu ospite di Cinè. Le giornate estive di cinema. In quell’occasione raccontò con affetto del film del 1965 che l’aveva vista protagonista insieme a Enrico Maria Salerno, Lelio Luttazzi, Elena Bianchi, Jean Sorel e Leopoldo Trieste.

Per Fellini avrebbe dovuto essere anche la Gradisca di Amarcord, ma dovette rinunciare alla parte perché era in lite giudiziaria per poter tenere i figli.

Tra le sue apparizioni a Rimini, la partecipazione nel 2010 alla cerimonia organizzata dalla Fondazione Fellini, madrina dell’edizione del premio che quell’anno fu assegnato a Paolo Sorrentino. In quei giorni partecipò anche alla presentazione in Cineteca di un documentario dedicato a Flaiano.

Nel 1987 portò il Bandiera Gialla in tv con il famoso programma Piccoli fans, trasmissione pomeridiana per bambini. La sua ultima apparizione a Rimini lo scorso anno in occasione della sfilata di Alberta Ferretti davanti a Castel Sismondo, nel cuore outdoor del Museo Fellini.

La tv e Craxi

Una carriera costellata di successi cinematografici, quella di Sandra Milo, oltre che di partecipazioni anche televisive, e costellata di gossip, tanto gossip. Come quando fu legata al segretario del Partito Socialista Italiano Bettino Craxi. Quante vite. E cortocircuiti tra pubblico e privato.

Quello della “Venere di Milo” che negli anni Novanta scende dal piedistallo e in diretta tv, vittima di uno scherzo, squarcia lo schermo in primo piano e grida «Ciro, Ciro!», il suo amore di mamma. Quel Ciro che diventa virale su Blob quando la parola virale era ancora da nascere.

Sandra Milo che a ottanta e passa si mette su Instragram e quanto si diverte. Il profilo lo aveva aperto durante la pandemia quando, per dare sostegno ai lavoratori dello spettacolo, si era incatenata davanti a Palazzo Chigi. Sul canale social inventò il personaggio di Amuchina l’indovina e da allora si era creata un pubblico di fedelissimi. Una seconda, terza, giovinezza.

Una Milo ancora da copertina e ancora da tv: che tenerezza e spasso al quadrato in trio con Laurito e Maionchi e ancor prima con Orietta Berti in Quelle brave ragazze, la serie tv sul viaggio spericolato di tre “giovani” over 80 giunta nel 2023 alla seconda edizione.

Sandra Milo che non si stanca di gridare ai quattro venti il suo amore eterno per Federico Fellini. Quell’amore durato 17 anni (e condiviso con altre ladies, ma tant’è); mai voluto che diventasse matrimonio, assicurò lei. Figuriamoci, sarebbe stata la tomba dell’amore. E sull’amore non ammetteva limitazioni. Paladina dei diritti, nel 2021 era stata madrina del Lovers film festival di Torino diretto da Vladimir Luxuria.

L’intervista sul letto

Sandra Milo, infine, che ti riceve nella camera d’albergo per un’intervista vis-à-vis dopo quella già fatta al telefono. La mise è da camera. Camicia da notte rosa come tutte le mamme, il viso solo un poco truccato, quel corpo minutino ma carnoso che vedi apparire quando apre la porta: «Vieni, entra. Come è meglio che mi vesta questa sera?». Era l’ospite d’onore al Festival di Bellaria, premio alla carriera. E ci si accomoda a parlare: l’intervista la facciamo sedute sul letto. Come una madre con una figlia, come una amica. Telefonerà mezz’ora più tardi e tu vedi il nome Sandra Milo sul cellulare e pensi «sarà uno sbaglio». E invece ringrazia per l’articolo su di lei che le avevi lasciato e che cominciava così: «Non è la prima volta che lo afferma, che lo grida. Federico? C’eravamo tanto amati. Pestifera di una Sandra. O meglio, Sandrocchia». Era il nomignolo che le aveva dato Fellini. Riposa in pace, Sandrocchia.

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