“Romagna in fiore”, da Capossela a Manuel Agnelli, spettacoli gratuiti nelle zone alluvionate a cura di Ravenna Festival

Spettacoli
  • 12 marzo 2024

A un anno dall’alluvione in Romagna, Ravenna Festival dedica parte della programmazione della sua XXXV edizione ad alcune delle località più duramente colpite, con concerti gratuiti e rigorosamente nel segno del green per scoprire e riscoprire quei territori e celebrarne lo spirito di resilienza e comunità. Con otto eventi nei fine settimana dal 10 maggio al 2 giugno, Romagna in fiore è una speciale rassegna solidale, ecosostenibile e diffusa con ospiti Vinicio Capossela e Don Antonio, Neri Marcorè, Giovanni Lindo Ferretti e Simone Beneventi, Paolo Benvegnù, Elena Bucci e Christian Ravaglioli, Moder e La Corelli, Murubutu e la Moon Jazz Band, Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Dardust e il Sunset String Quartet. Senza ingombranti palcoscenici o luci artificiali, gli appuntamenti pomeridiani – tutti alle 16 tranne il primo previsto per le 18 – sono ospitati in spazi all’aperto di grande valore paesaggistico e storico, raggiungibili a piedi o in bicicletta dalle aree designate. Da Faenza a Riolo Terme, da Brisighella e Modigliana a Tredozio, Galeata, Conselice, Sarsina fino alla località La Torraccia della cooperativa C.A.B. TER.RA. – che ha sacrificato un’ampia porzione dei propri terreni da coltura per far defluire le acque che minacciavano la città di Ravenna – Romagna in fiore è un’occasione di incontro fra comunità locali e pubblico, ma anche un’opportunità di rilancio turistico, per contribuire a tenere accesi i riflettori su quelle zone esaltandone il patrimonio naturale e culturale e l’ospitalità che le contraddistingue. Il pubblico sarà invitato a vivere l’esperienza dello spettacolo dal vivo nel pieno rispetto dei luoghi ospitanti e saranno presenti punti di ristoro grazie alla collaborazione con produttori locali. Saranno inoltre raccolte donazioni a favore di piccole biblioteche della Romagna il cui patrimonio librario è stato danneggiato dall’alluvione.

Prenotazioni da giovedì 21 marzo su ravennafestival.org

Il programma

Venerdì 10 maggio per l’evento di apertura della rassegna, il solo previsto alle 18, sono in scena le Canzoni terrestri che Vinicio Capossela – onnivoro menestrello il cui ingegno scapestrato e vagabondo è alla continua ricerca di suoni e storie, culture e ossessioni da raccontare – propone con la complicità di Don Antonio. L’appuntamento a Faenza, celeberrima capitale delle ceramiche dove l’acqua è arrivata fino al centro storico, è presso Castel Raniero, dove fra il 1926 e il 1932 fu costruita una colonia elioterapica e che oggi è “casa” dell’ormai storico festival folk La Musica nelle Aie.

Domenica 12 maggio ci attende il camaleontico Neri Marcorè – per altro ideatore del festival Risorgimarche – beniamino del pubblico per la sua garbata leggerezza e una mai sopita passione per la canzone italiana. A Riolo Terme, che a novembre ha affrontato una nuova esondazione del Senio, la destinazione è la Casetta del Vento, uno dei tre poderi sul crinale sovrastante il vecchio campo da golf. Le colline di Riolo sono un paesaggio unico che si apre sulla Vena del Gesso Romagnola, recentemente riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco, e le tre cime di Monte Mauro.

Sabato 18 maggio il testimone passa a Giovanni Lindo Ferretti – punk e religiosissimo, eremita ed ex militante in band musicali di culto – e a uno stregone delle percussioni come Simone Beneventi, Leone d’Argento alla Biennale Musica 2010. Con ferita su feritae lamento e lode, Ferretti e Beneventi danno voce al dolore di un territorio quale quello fra i preziosi borghi di Brisighella e Modigliana (quest’ultima era stata completamente isolata dalle frane) con l’evento previsto in località Olimpo di Monte Fregnanello.

Domenica 19 maggio l’appuntamento è doppio: mentre Elena Bucci propone un frammento dal suo Canto alle vite infinite con Christian Ravaglioli alla fisarmonica, Paolo Benvegnù ci regala brani dal suo ultimo disco È inutile parlare d’amore: nella nostra società tecnologica e votata alla funzionalità e produttività, qual è il significato della poesia, della creazione, dell’amore? A Tredozio– dove ai danni dell’alluvione si sono sovrapposti quelli del terremoto di settembre – la località scelta è l’Agriturismo Pian di Stantino, un’azienda agricola biologica ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, fra le foreste meglio conservate d’Italia.

Sabato 25 maggio si alternano due portatori sani di rap “letterario” come Moder, che si presenta “tra tasti, corde e pelli” affiancato dall’ensemble d’archi de La Corelli, e Murubutu con la Moon Jazz Band. Si ritorna nel territorio di Ravenna, dove la generosità di C.A.B. TER.RA., la prima cooperativa agricola della provincia (nata nel 1888 su iniziativa di Nullo Baldini e un gruppo di braccianti), ha salvato la città dall’avanzata delle acque, immolando ettari di terreni da coltura per far defluire la piena. L’appuntamento è in un altro dei terreni della cooperativa – La Torraccia, perché dominato da un’antica torre di avvistamento del 1617.

Domenica 26 maggio è la volta di Daniele Silvestri, cantastorie recidivo che ormai da tre decenni – da quando il suo disco d’esordio vinse il Premio Tenco – è fra i più acclamati e amati cantautori italiani. Coprotagonista un altro dei borghi della Romagna che l’alluvione ha messo a durissima prova: Galeata, che conta fra i propri tesori anche la millenaria Abbazia di S. Ellero. Di origini paleocristiane ma testimonianza della stratificazione d’epoche e stili, l’abbazia si raggiunge con il “sentiero delle cellette”, un antico percorso devozionale.

Sabato 1 giugno è in programma uno speciale progetto di Manuel Agnelli, uno dei santi patroni del rock alternativo italiano, dagli Afterhours di cui è fondatore e inconfondibile frontman all’attività come solista, fino al successo televisivo come giudice di X-Factor. La meta è Conselice, dove l’acqua sembrava non andarsene mai (ci sono voluti dodici giorni). Qui l’evento è ospitato nei terreni della CAB Massari, una delle più antiche cooperative agricole della regione ed espressione di una lunga storia di solidarietà, cooperazione e riscatto che ha conquistato la terra alla palude per coltivarla con ordine e tenacia.

Domenica 2 giugno l’ultimo appuntamento è con Dardust, produttore fra i principali agenti del rinnovamento della musica italiana di questi anni (c’è anche lui, per esempio, dietro Soldi di Mahmood), nonché pianista e compositore. A Dardust, affiancato dal Sunset String Quartet, spetta trasformare la radura che circonda l’Abbazia di San Salvatore in Summano, abbazia benedettina il cui nome “Summano” potrebbe tradire il legame con una divinità pagana, umbra o romana. Si raggiunge da Sarsina (il cui territorio è stato interessato da disastrose frane), che fu una piccola ma importante civitas romana e luogo natale del commediografo Plauto.

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