Rimini, l’arte del ritorno: il concerto dei La Crus illumina il Natale
Nel capodanno più lungo del mondo, il 16 dicembre dalle 21 al teatro Galli un evento imperdibile. I La Crus tornano a calcare il palcoscenico con l’ultimo album “Proteggimi da ciò che voglio” insieme ad alcuni brani iconici che hanno segnato la loro carriera. La band, composta da Mauro Ermanno Giovanardi, voce e armonica; Cesare Malfatti, chitarre e campionamenti; Chiara Castello, tastiere e cori; Marco Carusino, basso e chitarre; infine Leziero Rescigno alla batteria, sarà accompagnata da due ospiti d’eccezione: Cristina Donà e Paolo Benvegnù, figure di spicco della musica d’autore.
Joe, siete tornati con un’opera intensa che ha entusiasmato il vostro pubblico, a cui mancavate molto. Come avete vissuto il processo creativo di questo album rispetto ai lavori precedenti, quali esperienze personali o collettive lo hanno plasmato?
«Siamo tornati perché i fan ce l’hanno chiesto a gran voce, con email e messaggi. Persino un nostro fonico, Marco Tagliola, ci ha raccontato quanto fosse atteso un nuovo disco dalla gente che incontrava nei concerti. Prima del lockdown, durante una cena, ci ha convinto a provarci. Da lì, Cesare ed io abbiamo iniziato a condividere idee su una cartella Drive: melodie, testi, ispirazioni. Quel periodo di isolamento, nella campagna fuori Milano dove abito, mi ha aiutato a trovare il tempo e lo spazio per creare. Alla fine dei mesi il materiale era buono. Questo lavoro è il più esplicito dei nostri album, abbiamo cercato di raccontare lo sguardo dell’uomo occidentale immerso in questo modello neoliberista, con tutte le sfaccettature, le contraddizioni e gli stati d’animo di chi ancora vi si ritrova inglobato. È un album in equilibrio tra il lato sociale, quotidiano e la poesia; è fedele alla nostra cifra stilistica. Il titolo riprende un’opera di Jenny Holzer, l’artista americana che aveva tappezzato New York con frasi particolari. “Proteggimi da ciò che voglio” è diventata una canzone e ha intitolato appunto l’album. Insomma, non è un disco nato per tornare in scena, ma per vera ispirazione».
Dopo tanto tempo, qual è il segreto per mantenere viva e produttiva una collaborazione come la vostra? E se poteste dare un consiglio al “voi” di venti anni fa, quale sarebbe?
«Ci direi di fare più dischi come abbiamo proceduto nel costruire questo. Dopo 15 anni, creare insieme di nuovo un album non è stato semplice, perché ci sono sempre state delle frizioni, fra me e Cesare soprattutto; non ci siamo sciolti a caso. Ma questa volta siamo stati bravi, cresciuti anche professionalmente, abbiamo deciso di affidare tutto a un produttore super partes: Matteo Cantaluppi. Un ragazzo che, pur lavorando con la discografia mainstream, proviene da un percorso più indipendente ed era un fan dei nostri primi dischi. Gli abbiamo consegnato tutto il pacchetto di brani, almeno tra i 16 e i 17, libero di decidere quali e come portarli avanti, il vestito con cui confezionarli. Ne è uscito proprio “un disco dei La Crus”; infatti io lo considero tranquillamente insieme ai primi tre. È un album che suona il nostro materiale migliore, accontentando sia le mie esigenze che quelle di Cesare».
Il concerto del 16 sarà un evento speciale, condividendo il palco con altri grandi artisti come Cristina Donà e Paolo Benvegnù. Cosa rappresentano queste collaborazioni e cosa si aspetta da questa serata riminese?
«Immagino una grande festa sul palco con amici artisti a me cari. Conosco Cristina da moltissimo tempo, sin dagli inizi della sua carriera – ha aperto circa quaranta dei nostri concerti – e le ho sempre detto che possiede una delle più belle voci in assoluto. Anche ieri sera era con me al Germi, il locale di Manuel Agnelli, dove abbiamo cantato insieme durante la presentazione del documentario Jesus loves the fools. The Carnival of Fools story, che era la mia band precedente ai La Crus. Pure Benvegnù è un vecchio amico, abbiamo condiviso molti palchi e una volta ha aperto un nostro concerto vicino a Pordenone. Rimini, poi, è come una seconda casa per me. Dal 2004 al 2008 ci ho vissuto per dirigere Assalti al cuore, un festival di musica e letteratura. Ho tanti amici lì, tra cui Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque, che sponsorizza anche questa serata. Proprio durante una cena a Rimini, agli esordi del tour di questo disco, abbiamo pensato che sarebbe stato bello organizzare un concerto per Natale».