È uscito il 24 marzo scorso Io volai, terzo album del duo faentino FermoImmagine, nato nel 2005 dallo scioglimento degli Hangar Praha. Luigi Maresca (voce, chitarra e scrittura) e Mirko Ravaioli (basso) definiscono il loro stile “electro minimal wave cantautorale”, e hanno uno stile molto radicato nel pop elettronico di fine secolo scorso, segnatamente quello di Franco Battiato, Baustelle (più recenti ma riferiti allo stesso periodo) e La Crus (una cui cover chiude il disco).
«I Baustelle mi piacciono abbastanza, anche se non li seguo da molto tempo – spiega Maresca –, Battiato invece è uno degli autori che mi ha dato di più, sia come scrittura che come interpretazione, ed è un onore essere accostati a lui. La Crus sono certamente il nostro riferimento più importante. Li ho scoperti nel 1995, quando lessi la recensione dell’album “Dentro me”, da cui è tratto il brano che abbiamo incluso nell’album: Come ogni volta. Rimasi subito folgorato dalla loro poetica melanconica e dai loro suoni elettronici, che non rinunciavano alla chitarra acustica e alla tromba. Aggiungerei tra le nostre influenze i Bluvertigo, il post punk italiano, e gruppi new wave come Joy Division, Siouxsie And The Banshees, The Cure e Depeche Mode».
Questi ultimi sono stati capaci di mantenere uno stile distintivo, pur aggiornandolo e rimanendo sempre molto moderni; voi avete scelto invece di mantenere un suono molto fedele al passato, tra anni Ottanta e Novanta.
«Effettivamente non sono molto aggiornato sulle ultime tendenze, che non mi piacciono e non mi interessano particolarmente. Noi abbiamo scelto di dire quel che sentiamo, e di farlo nel modo musicalmente più vicino a noi, a prescindere dalla moda o dall’attualità. Il nostro stile è sicuramente più legato al passato, e necessita forse di una maggior attenzione rispetto alla musica attuale, che è più estemporanea. Non cerchiamo il seguito facile, e non ci interessa diventare famosi. Detto questo, una certa evoluzione nei nostri dischi comunque c’è stata: dal primo
Foto ricordo, che era molto grezzo, abbiamo affinato i suoni nel secondo
Frammenti, anche grazie alla produzione di Lorenzo Montanà, fino a questo album, che lo vede ancora al nostro fianco».
Adesso siete un duo, ma in passato siete stati una band più numerosa.
«In realtà nei diciott’anni di nostra storia, per sedici siamo stati in due. Solo per un breve periodo si erano aggiunti Alessandro Grazioli ai suoni “noise” e la bravissima pianista jazz Silvia Valteri, che ha collaborato anche a
Io volai».
I gruppi come voi, che puntano molto sull’elettronica, dal vivo devono sempre inventarsi qualche soluzione: voi che farete?
«Siamo piuttosto abituati a suonare dal vivo, e non consideriamo così difficile riprodurre i nostri suoni. Anche dal vivo saremo in due: io canto e suono chitarra e un po’ di synth, e Mirko suona il basso. Tutto il resto sono basi preregistrate. In passato abbiamo provato ad inserire per i concerti qualche altro musicista, soprattutto batteristi, ma non ha mai funzionato come volevamo, quindi abbiamo preferito adottare questa soluzione».