Natalino Balasso e il suo "Dizionario" a Sogliano

È un’apertura festosa la “Prova d’attore” al teatro Elisabetta Turroni di Sogliano, stasera alle 21. Fa ritorno il buonumore di Natalino Balasso che, dopo “Velodimaya” (2016), propone il suo personale “Dizionario Balasso” coinvolgendo il pubblico a mo’ di happening. Lo fa con un monologo ricavato da un dizionario da lui curato, per soffermarsi su parole il cui significato aiuta a comprendere il mondo. Balasso lo fa a modo suo, con l’ironia che conquistò più di vent’anni fa; e che dai successi di Zelig si è evoluta in modo sempre più pluriforme. Balasso è comico, autore, attore, regista dedito anche al cinema e alle sollecitazioni del palcoscenico del web.
Natalino, questo suo “Dizionario” si collega al precedente “Velodimaya”?
«In parte, quello era uno spettacolo sulla comprensione del mondo; questo affronta il dettaglio con la parola; apriamo ogni parola ai mille significati che porta con sé. Attingiamo dal “Dizionario Balasso”; l’ho scritto io, a mano, coi pennarelli grossi. Il divertimento sta nel fatto che la parola è un punto di partenza per passare ad altro, non ci interessa la definizione, nel senso di qualcosa di definitivo. Dal pubblico mi faccio suggerire parole con cui improvvisiamo, al di là dei miei monologhi. Perciò la serata diventa festosa, assume una forma di happening».
Da anni si dedica anche a video e a film visibili sul web nel suo “Circolo Balasso”; c’è una costante tra i linguaggi di cinema e teatro?
«Nel cinema cambia per via dell’immagine; inoltre i miei film non sono “normali”, ricerco la complessità del linguaggio; non si deve per forza capire tutto e subito, un film si può rivedere. Cerco insomma di andare più a fondo con testi meno interloquiti, più ragionati. Se vogliamo trovare una costante, direi che sta nello stesso gusto per il paradosso che amo in teatro, per il rovesciamento. Nel cinema procedo con più trame che si intrecciano, storie che si capovolgono. Ovviamente tutto si combina con le mie ridotte risorse economiche. Lavoro a camera fissa, ma vado inseguendo una qualità visiva che sta migliorando, così come quella recitativa».
“Baldus” è uno dei suoi ultimi titoli che sta promuovendo; si sente anche manager?
«Direi di no, mi sembra eccessivo; utilizzo una piattaforma che già esiste, Patreon. “Circolo Balasso” è il desiderio di andare avanti, sarà il pubblico a decidere, per ora sta rispondendo bene, in due anni sono già passate 5mila persone. Tutti i soldi che entrano nel Circolo vengono reinvestiti in materiali per video, sono già più di 100, e film. Ho incontrato l’attrice Marta Cortellazzo Wiel, bravissima, capace di interpretare tanti personaggi come me, e dunque centrata coi film che scrivo».
Novità “cinematografiche”?
«A marzo uscirà una serie web/tv girata a Bologna con molti attori emiliano-romagnoli, si intitola “Universitas tenebrarum”, ha una scrittura grottesca, ambientata all’università. È diretta dalla coppia di registi Michele Mellara e Alessandro Rossi. Mi ha dato soddisfazione, spero piaccia. Interpreto un bidello, il rettore, due professori. Presto comincerò a girare un altro sceneggiato web con altri personaggi, forse si aggiungerà Marta e altri attori».
Cosa rimane del tempo di Zelig?
«Le cose si evolvono e poi intendiamoci: io sono anche vecchio! Sarebbe dunque ridicolo tornare a quelle forme, anche se il lavoro si evolve per avere attraversato quella storia. Allo stesso modo di quando arrivai a Zelig, forte di un lavoro teatrale precedente sulla commedia dell’arte. Mi piace ricordarlo perché passò dalla Romagna; eravamo Gli Gnorri, ricordo ancora quelle settimane al teatro Massari di San Giovanni in Marignano (1998). C’erano Corrado Nuzzo, Bruno Nataloni, Rita Pelusio, Domenico Lannutti. Oggi mi fa piacere vedere che anche questi attori hanno preso una propria strada».
Euro 15-12. Info: 370 3685093