Francesca Fabbri Fellini: "Io, la Fellinette dello zio Chicco"

«Sai Franceschina, nulla si sa, tutto si immagina. Devi ricordarti sempre che in ognuno di noi ci sono due vite: quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi». Francesca Fabbri Fellini, nipote del geniale regista riminese, ha raccontato più volte negli anni, i ricordi che la legano all’amato “zio Chicco”, come affettuosamente lo chiamava solo lei. Lo ha fatto attraverso la televisione, le radio, i libri, i festival, le interviste. Ma ce n’è uno che più di altri la figlia di Maria Maddalena, sorella minore del regista, conserva nel suo cuore: una passeggiata in spiaggia in una fredda giornata d’inverno. Erano soli. Lei aveva solo 5 anni e con lo zio, quel gigante buono dalla sciarpa rossa, si sentiva sicura e protetta. Al loro rientro il Maestro ritrasse la nipote in un quadernino e la chiamò “Fellinette”. Nasce da quel regalo l’omaggio che Francesca, unica erede vivente per Dna del Maestro, ha voluto fare allo zio nel Centenario della sua nascita, un cortometraggio a tecnica mista che parte con l’animazione proprio di quel disegno per passare alla live action con gli attori e concludersi ritornando all’animazione: lo ha presentato lo scorso ottobre alla XV edizione della Festa del cinema di Roma, con un grande successo di pubblico e stampa. «Era il 20 gennaio, il giorno del suo compleanno – racconta Francesca –. Lui arrivò da Roma a Rimini, dove io vivevo con i miei genitori, con un regalino per me: mi consegnò una mantellina di lana, me la fece indossare e mi portò a fare una passeggiata sulla spiaggia: amava l’atmosfera del mare d’inverno. Quel giorno pronunciò la frase che divenne anche la mia filosofia di vita: “Nulla si sa, tutto si immagina”. Tornati a casa chiese a mia madre un quadernino e pastelli a cera: si mise al tavolo, mi dipinse e disse: “Tu così sei e così sarai sempre”».