Dante, "De Vulgari eloquentia" del 1579 su "CesenaCultura"

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CESENA. Nei giorni in cui si celebra a livello internazionale la lingua madre, a cui l’Unesco ha dedicato la giornata del 21 febbraio, la Biblioteca Malatestiana “mette in mostra” virtualmente su CesenaCultura e sulla pagina Facebook un’edizione stampata a Vicenza nel 1579 che tramanda la traduzione in italiano del  De vulgari eloquentia di Dante Alighieri. Il volume cesenate appartiene al fondo donato dalla Famiglia Nori, raccolta iniziata da Giambattista Nori senior e incrementata dal figlio Ermete senior e dal nipote Giambattista. La traduzione risale al dotto vicentino Gian Giorgio Trissino (1478-1550). Prima di questo trattato, composto da Dante tra il 1303 e il 1305, nessuno aveva avuto il coraggio di codificare la lingua volgare, lingua materna per eccellenza, che si impara dalla balia senza nessuna grammatica («il quale senz’altra regola, imitando la balia, s’apprende»).

Il De vulgari eloquentia è tramandato da pochissimi manoscritti (ora nelle biblioteche di Tubingen, Grenoble, Milano, Strasburgo e in Vaticano). Questa edizione conservata a Cesena è antecedente all’editio princeps (Parigi 1587) nella quale invece il trattato fu stampato per la prima volta in lingua latina.

Il Fondo Nori, composto da libri e archivio dell’omonima famiglia, sono pervenuti alla Malatestiana rispettivamente nel 1986 e nel 1988. Nel 2011 sono giunti per lascito testamentario di Maria Silvia Nori vedova Donati (1915-2010) anche mobili e suppellettili del casato. Il fondo librario si divide in due sezioni, letteratura e giurisprudenza, a cui si aggiunge la raccolta di 329 edizioni del XVI secolo e 1 incunabolo, per un totale di 6.849 unità. Insieme ai volumi si conservano anche periodici e opuscoli, oltre alle carte manoscritte, carteggi, fotografie, stampe e cimeli.

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