Claudio Baglioni a Rimini, Imola e San Marino: e chi lo ferma più?

Spettacoli

E chi lo ferma più? Del resto Claudio Baglioni ha sempre amato la dimensione dal vivo, a tu per tu con il suo pubblico. A volte in mega eventi sfarzosi, altre volte in piccoli spazi per un colloquio più intimo con i fan. Come non ricordare il tour Assolo del 1986 in cui suonava tastiere, chitarre e percussioni? O quello del 2001 Incanto, accompagnato soltanto dal pianoforte a coda? O ancora, tra il 2012 e il 2014, Diecidita da solo negli auditorium in versione acustica?
È a inizio 2022 che parte Dodici note solo con 71 date in tutta Italia, seguito da questo Dodici note solo bis con cui è arrivato a quota 157 concerti in 400 giorni: «cantando e suonando per sei sere a settimana. Senza mai provare un istante di noia o stanchezza. Senza mai cadere nella trappola della ripetitività» come dice lui stesso.
E aggiunge: «Sono alla fine di una lunga e fantastica avventura umana e professionale. Ma non termina qui. Se il pubblico chiama, l’artista torna in scena, ringrazia e concede il bis».
E infatti alle date già in programma (come al teatro Galli di Rimini questa sera) se ne sono aggiunte altre, al teatro Stignani di Imola il 17 febbraio, e il 2 marzo al teatro Nuovo di San Marino.
Ma perché la scelta di un concerto così intimo? «Mi sono goduto i kolossal con centinaia di persone in scena, ma qui c’è una dimensione intima, da camera. Vado a cercarmi il pubblico città per città godendomi la meraviglia dei teatri all’italiana. Tante canzoni, sempre poche per le oltre 300 che ho scritto, e la possibilità di cambiare scaletta ogni sera, per complici solo un pianoforte, un piano elettrico e un digitale: un valzer nel tempo».
Davanti a lui dunque solo tasti bianchi e neri: «Ho preso un pianoforte e l’ho diviso in tre, sono diventate tre tastiere, una delle quali è un pianoforte digitale-acustico, le altre due sono tastiere che si avvalgono di un’effettistica. Cerco di portare da solo un’orchestrazione fatta quasi di stati d’animo, di riverberazioni, di aggiunte, lontane però anche presenti all’orecchio degli ascoltatori».
In quanto alla scaletta, tutto può cambiare sera per sera: «Certe volte vorrei farla con un’estrazione a sorte proprio per non prendere decisioni. Ho scelto di narrare questo tempo lungo attraverso tre stazioni, quella del passato, quella del presente e quella del futuro».
E ai più fortunati può toccare anche di incontrare su quel palco Giovanni-figlio-d’arte-Baglioni, eccelso chitarrista. V.B.
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