Bruscia: «Bisogna continuare a respirare teatro come qui a Riccione»

Spettacoli
  • 13 ottobre 2023

di Mattia Pangrazi

Riccione si conferma luogo dove l’arte del teatro riesce a influenzare, determinare ed espandersi con dati in costante crescita pronti a dimostrarlo. Proprio il weekend del 13-15 ottobre, con il Premio Riccione per il teatro, segna l’inizio della stagione teatrale della Perla Verde. Non può che esserne estremamente soddisfatto il direttore Simone Bruscia, che nel corso degli anni ha saputo intercettare i cambiamenti della società per fornire un adeguato palinsesto e una precisa programmazione in grado di trasmettere la sua passione per il teatro; questa espressione artistica che ha come scopo soprattutto quello di mutare insieme ai tempi e ai luoghi, restando attuale in modo da non disperdere il suo importante valore per le generazioni future.

Quest’anno si è registrato il record di iscrizioni: 656 copioni ricevuti. Secondo lei è uno specchio di un momento storico in cui le persone, soprattutto i giovani, nutrono il bisogno di esternare le loro idee, i loro pensieri e i loro disagi attraverso l’arte? Lei che significato dà a questi numeri?

«È sicuramente un ottimo segnale! Lo specchio che negli ultimi anni in tutte le parti d’Italia vi è un fermento verso le forme d’arte come il teatro, notevole e impossibile da assopire. Il teatro nel corso degli anni ha saputo mutarsi in continuazione; cambiano gli scenari e le città ma il teatro è sempre lì. È una importante testimonianza di come la scrittura possa essere un dispositivo, una lente attraverso cui leggiamo il contemporaneo».

Cosa ci può dire dei testi che hanno raggiunto la finale del Premio Riccione e del Premio Tondelli riservato agli under 30?

«I testi di questa edizione sono profondamente attuali. Negli ultimi anni abbiamo vissuto un’incredibile rivoluzione digitale e abbiamo scoperto, attraverso le rappresentazioni dei nostri finalisti, che questa rivoluzione non ha soltanto penetrato i testi in veste di tema ma è andata a influenzare la stessa metrica e costruzione dello scritto, soprattutto per via della sempre maggior presenza delle piattaforme social. Questa è indubbiamente una sfida stimolante per il teatro che, appunto, si deve mantenere al passo coi tempi e con i cambiamenti repentini di una società in continuo movimento».

Che consiglio si sente di dare agli autori più giovani?

«Agli autori più giovani posso soltanto consigliare di non smettere di respirare il teatro, che non deve essere un contorno nelle loro vite ma, anzi, una vera e continua esperienza di vita. Che lo vivano nel quotidiano, ogni giorno come una priorità sul resto».

L’associazione Riccione Teatro ha lanciato “Nuova scena italiana nel mondo”, progetto di cui lei e Graziano Graziani siete i curatori. Ci può dire qualcosa in più di questa nuova intrigante iniziativa che partirà da Santiago del Cile?

«È un progetto al cui centro vi è la scrittura teatrale con ogni sua forma. Il partner principale è il ministero degli Affari esteri. Attraverso gli Istituti italiani della cultura avremo modo di portare alcuni tra i nostri più giovani autori all’estero. Ci saranno diverse nazioni coinvolte tra cui Belgio e Germania e, oltre a far conoscere ad altre città e paesi i nostri giovani autori, l’idea alla base del progetto è quella dell’incontro tra la cultura italiana e quelle straniere, una fusione culturale».

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Lei è anche il coordinatore del settore Turismo, Sport, Cultura, Eventi, Biblioteca e Museo del Comune di Riccione. Il weekend del Premio Riccione segna anche l’inizio della stagione teatrale riccionese e alcuni tra i nomi che si susseguiranno a partire proprio dal 13-15 ottobre sono di rilievo: Carlo Lucarelli, Elio Germano, Ambra Angiolini e altri ancora. Per chi è abituato a esibirsi su prestigiosi palchi di grandi città, quanto pensa possa essere stimolante esibirsi a Riccione?

«Considerando che quest’anno le formule degli interventi e degli spettacoli sono tutte nuove, al loro debutto, penso proprio che sia tanto stimolante anche per questi grandi interpreti dai nomi prestigiosi. Ci saranno momenti di alta sperimentazione, come quello che coinvolgerà Carlo Lucarelli alle prese con la storia della band punk The Clash, oppure quando Elio Germano nella collaudata formazione con Teho Teardo darà voce al primo romanzo di Pier Paolo Pasolini “Il sogno di una cosa”. Insomma, sono certo che i primi a divertirsi saranno gli interpreti stessi. Inoltre, la sala che abbiamo ribattezzato Gran Turismo non è certamente un luogo convenzionale e sarà il primo motivo di stimoli e curiosità».

Infine, una domanda più generale e meno specificatamente legata al Premio Riccione: secondo lei come sta rispondendo la città di Riccione e, allargando gli orizzonti, la provincia riminese, a queste iniziative di importante valore artistico, estetico e culturale? La cultura è ancora alla base del vivere riminese?

«I dati che anche lei ha evidenziato a inizio intervista sono chiari; Rimini si mostra come una tra le più feconde province in Italia e forse, in Europa. Abbiamo tantissimi siti e festival con uno storico alle spalle da far annichilire la maggior parte delle altre zone del nostro paese. Abbiamo il Santarcangelo festival, una storica fucina del teatro di ricerca e del teatro di performance. Abbiamo l’Arboreto di Mondaino, un sito meraviglioso prettamente adatto per la danza. Ovviamente anche il Premio Riccione è tra questi importanti patrimoni della nostra provincia, pensi che è il concorso di drammaturgia più antico d’Italia, nato nel 1947! Inoltre i diversi teatri importanti e rinomati che abbiamo nel nostro territorio: il teatro Galli a Rimini e il Teatro della Regina a Cattolica sono solo due degli esempi più conosciuti».

Una provincia in continuo fervore quindi, quella riminese, che guarda a Riccione con particolare attenzione in questo weekend. Perché i tempi cambiano e le città mutano, ma il teatro si può fare ovunque.

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