Brindani ospite de La Terrazza della Dolce Vita: “Lady Diana si poteva salvare”

Proseguono all’insegna di cinema, televisione, sport e giornalismo le serale della Terrazza della Dolce Vita al Grand Hotel di Rimini. Tre gli ospiti della coppia Simona Ventura-Giovanni Terzi nella serata di giovedì 1 agosto. Il giornalista Umberto Brindani, direttore del settimanale Gente con una carriera alle spalle, dal mensile Espansione, passando successivamente al quotidiano finanziario Italia Oggi, poi a Panorama rivestendo la carica di condirettore. Brindani ha portato a Rimini il suo libro, appena edito da Curcio, dal titolo: “Suicidio Imperfetto”.
Il direttore di Gente ha presentato il libro “Suicidio Imperfetto”
Umberto Brindani: “Tanti anni fa ho pubblicato una foto di Lady Diana in macchina dopo l’incidente. Una foto dal valore enorme perché dimostrava che lei si poteva salvare. Tutti i tabloid inglesi si scatenarono contro di me”. Umberto Brindani, direttore del settimanale Gente ha parlato della spettacolarizzazione dei casi di cronaca: “Penso che faccia bene perché aiuta la ricerca della verità”. Cita la strage di Erba “dove ha vinto chi chiedeva la revisione del processo e secondo me Olindo e Rosa avevano diritto a questa revisione” e la docuserie di Bossetti sul caso Yara, Oltre ogni ragionevole dubbio, “Io sul mio giornale ho fatto un pezzo così: ragionevole dubbio numero 1, ragionevole dubbio numero 2... ho contato 23 dubbi”. In questi giorni il colloquio avuto tra Filippo Turetta, imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin e suo padre è stato ripreso da tutti i giornali scatenando l’opinione pubblica con il genitore. “Non preoccuparti, ci sono tanti femminicidi”, il padre sembra quasi giustificare, racconta Umberto Brindani, “si è discusso soltanto di quanto fosse disdicevole quello che ha detto il padre di Filippo, ma non se fosse giusto o meno pubblicarlo. Fosse arrivato a me non l’avrei pubblicato.”

La serata è proseguita con l’intervista al conduttore di “Mi manda Raitre” Federico Ruffo, giornalista e scrittore specializzato in indagini legate al Calcio e che ha presentato il libro “Ingiustizia Sportiva”.
La Terrazza della Dolce Vita 2024, Federico Ruffo: “Andrea Agnelli non poteva non sapere come era entrato allo stadio lo striscione che sbeffeggiava la strage di Superga”.
Federico Ruffo, volto di Rai Tre, ricorda quando fece un’inchiesta, inviato di “Report”, sull’Ndrangheta e i legami con la Juventus: “È stato il lavoro della vita, ma dal giorno della messa in onda ho smesso di vivere”. Ha raccontato dello striscione esposto allo stadio che sbeffeggiava il grande Torino sulla strage di Superga: “Dalle intercettazioni era emerso che gli Ultrà avevano patteggiato con il responsabile della security della Juventus per far entrare quello striscione. Io mi aspettavo con ingenuità che tutti avessero rispetto nei confronti della verità e mi dessero solidarietà. Agnelli invece sventolava le sentenze e diceva che a Report ci eravamo sbagliati. Ma la storia dell’Ultras era surreale. La sentenza diceva che aveva portato oltre i controlli di sicurezza uno striscione da dodici per sei metri. Ma le telecamere mostrano la finanza che lo perquisisce e non trova nulla. Andrea Agnelli non poteva non sapere come era entrato allo stadio lo striscione che sbeffeggiava la strage di Superga”. Federico Ruffo parla anche di quando ha sorpreso due persone con della benzina sul suo terrazzo: “Il mio cane ha cominciato ad abbaiare verso il terrazzo. Pensavo fosse un gatto e invece ho trovato due persone con della benzina. Questa è storia giudiziaria”. Nonostante questo Federico Ruffo continua a tifare Juve, solo che ora ha “molto meno amore per il calcio”.
Il terzo ospite è stato Matteo Marani, già direttore del Guerin Sportivo (2008-2016) e di SkySport24. Dal 2023 è presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico.
La Terrazza della Dolce Vita 2024, Matteo Marani: “Nel calcio la classe dirigente è da riformare. Serve più cultura”.
Il calcio italiano sta attraversando un periodo difficile. Il presidente della Lega pro Matteo Marani sostiene che si debba andare avanti: “La sfida nei prossimi anni è riformare la classe dirigente. Serve più cultura. Meno terzini e più laureati”.