Anna Ghiaccio, una storia di amore e di dolore, di mistero e di perdita

Spettacoli

RIMINI. Evoca “La regine delle nevi” di Hans Christian Andersen il nuovo spettacolo della drammaturga e regista Rita Frongia. Una fiaba per riflettere sulla realtà e sulla sottile, spesso offuscata linea che distingue verità e artificio, sincerità e simulazione.

“Anna Ghiaccio” il titolo. Isadora Angelini l’attrice, unica voce narrante, in scena venerdì 12 al Teatro degli Atti (fuori abbonamento). Una storia di amore e di dolore, di mistero e di perdita, la cui protagonista, vestita di freddo argento, si racconta, offre tasselli di sé fondendo dimensioni e visioni: quella reale e quella fantastica.

In questo lavoro Frongia dà forma ad una immaginaria figura femminile, modellata intorno alla sua interprete, sola sul palcoscenico. È la sua voce, il suo canto, a dare espressione ai sentimenti e alle emozioni di una madre che vive tra la sopraffazione dal dolore per la perdita di un figlio e il cinismo dell’animo umano “congelato”. «Mi chiamano Anna e sono una sopravvissuta, sono sopravvissuta all’Amore. Mi rassicura il rumore del ghiaccio che si divide mentre non sopporto i rami, le braccia gommose di un bambino, le lucertole e persino un filo d’erba può offendermi. Un filo d’erba, sì, perché io ho un cuore grande, enorme, gigantesco, un cuore che fa Bum anche se talvolta non distinguo un pulviscolo nell’occhio da una pietra sul cuore».

La troppa sofferenza ha reso Anna anaffettiva? Il melodramma che mostra, la sua emotività sono autentici o funzionali? È possibile smascherare i sentimenti, le emozioni in un’epoca in cui sempre più labile e indistinto è il confine tra naturalezza e inganno? È attorno a questi dubbi che il racconto si muove tra il buio e veli di cellophane.

Dopo il successo ottenuto con lo spettacolo “Lilith”, dedicato a questa figura femminile archetipica, presente nelle religioni della Mesopotamia e poi immaginata come prima compagna di Abramo, la regista torna ad indagare il femminile con questo viaggio nell’anima.

Rita Frongia ha lavorato diversi anni con Claudio Morganti sui testi di Georg Buchner, dando vita a pièce come “C’è un buio che sembra di essere ciechi”, “Studio numero 5 per Wouzeck” e “Mit Lenz” solo per citarne alcuni. Successivamente la “Trilogia del tavolino”, il debutto nel 2019 al Contemporanea Festival di “L’opinione di zia Angelina” e altri successi come regista e autrice indipendente.

Isadora Angelini, attrice riminese, fonda con Luca Serrani nel 2006 il Teatro Patalò realizzando numerosi spettacoli. Direttrice artistica con Luca Serrani di Fuor di Teatro e Fuori Stagione. Ha pubblicato su Il Tolomeo, Graphie e su I Quaderni del Libero Gruppo.

Inizio alle ore 21. Info: tel. 0541.793811.

Serena Macrelli

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