Anche tanti romagnoli nel film su padre Marino Rigon

MODIGLIANA. Dal Bangladesh alla Romagna, anche un film in lavorazione in joint venture tra Asia e Italia: “The father. An untold story”, del regista bangladese Sadik, che lavora fianco a fianco con il regista italiano Rocco Cosentino, divulgherà a livello internazionale la grande opera missionaria e culturale svolta nel Paese asiatico dal missionario saveriano padre Marino Rigon (nato nel 1925 e scomparso nel 2017).
Tanti volontari romagnoli
Vicentino, legatissimo ad associazioni e volontari di varie parti della Romagna, Rigon fu missionario per 60 anni in Bangladesh, dove è considerato un eroe nazionale, per l’impegno nell’avvicinare al Cristianesimo le religioni d’Oriente, e per l’impronta culturale lasciata come traduttore di 40 opere del Premio Nobel Rabindranath Tagore e di altri scrittori (come i poeti mistici Lalon Fakir e Jassim Uddin) in italiano. Tradusse anche “Pinocchio” in bengalese.
Fondatore del centro Tagore
Fu fondatore a Vicenza del centro studi intitolato al poeta premio Nobel. Rigon si applicò alla sua traduzione adottando una grafia che riproduceva il più possibile la pronuncia originale piuttosto che seguire quella tradizionale, che proviene dalla versione inglese.
Con l’aiuto di Rigon, una troupe teatrale del Bangladesh mise in scena il dramma musicale “Nakshikanthar Math” in Italia, nel 1986.
Un lavoro immenso
‹‹Padre Marino Rigon ha fatto un lavoro immenso per il popolo del Bangladesh››, ha detto il regista Sadik. ‹‹Abbiamo voluto fare qualcosa di concreto per onorare la sua memoria, realizzando un film sulla sua vita. Questa iniziativa sarà utile a presentare e divulgare il contributo del grande missionario a un pubblico mondiale››.
La pellicola valorizzerà anche l’aiuto del missionario per la formazione professionale e l’emancipazione delle donne, e il suo contributo umanitario durante la guerra di indipendenza del 1971, quando trasformò la sua missione in un ospedale da campo per la cura dei feriti di entrambi i fronti in lotta.
Un eroe in Bangladesh
Rigon è considerato un vero eroe in Bangladesh, un Paese quasi totalmente musulmano che nel 2009 attribuì a lui, missionario cattolico, la cittadinanza onoraria per il suo eccezionale contributo all’istruzione, allo sviluppo socioeconomico, alla cultura e alla letteratura, ma anche alla lotta per l’indipendenza. Un fatto unico nella storia bengalese, che gli ha aveva consentito libertà totale di movimento.
Si schierò con la gente
Nel 1971, quando il Bangladesh si staccò dal Pakistan occidentale per salvare la sua lingua (il bengoli), padre Rigon si schiera con la gente, a costo di mettere in pericolo la sua vita, dando ospitalità anche a molti indù, visti come nemici dai musulmani. Finito il conflitto, si adoperò per costituire cooperative popolari e dare vita a centri di cucito e ricamo che valorizzassero l’antica arte del Nokshi Khanta, preziosi arazzi ottenuti con migliaia di piccolissimi punti.
Tagliavini e Ciani
Abbiamo raccolto le testimonianza di alcuni dei molti volontari che anche dalla Romagna si sono mossi in aiuto delle opere create da padre Rigon, come la psicologa riminese Silvia Tagliavini, che è stata per 21 volte in Bangladesh e ha ricordato le sue molteplici esperienze e incontri con padre Marino nel volume “Bangladesh. Passione missionaria”, edito da Guaraldi, e come Emma Ciani del Comitato di gemellaggio e cooperazione fra i popoli di Modigliana.
Romano e Laura Maglioni
‹‹Padre Marino che abbiamo conosciuto personalmente in uno dei nostri viaggi in quelle terre – ci dice quest’ultima – rappresenta per noi i valori del Bangladesh, la sua poesia, la musica, i suoi colori, la sua arte. Tutta questa bellezza, pur mostrandosi nella povertà, ci spinge all’ottimismo, alla speranza e alla fiducia. I contatti con il Bangladesh? Sono cresciuti grazie a Romano Maglioni, modiglianese, che si impegnò in una febbrile attività. Ogni anno veniva organizzato un incontro fra i tanti amici che sostenevano il Comitato a Forlì, Ravenna, Bellaria, Lugo, Morciano, Rimini, e i missionari impegnati in Bangladesh. Nel 1994, proprio in occasione di uno di questi incontri, padre Marino ci parlò della condizione e dell’esistenza quotidiana delle donne in uno dei Paesi più poveri del mondo. Romano e Laura Maglioni insieme ad altri amici appassionati a più deboli si recavano annualmente in Bangladesh e visitano le varie missioni gemellate con il Comitato››.
Neri, Mengazzini, D’Alessandro
‹‹Nel 1986 – raccontano i coniugi Leonardo Neri e Teresa Mengazzini, insegnanti in pensione di Bordonchio (Bellaria) – padre Marino accompagnò in Italia la bambina Awrin Haque che partecipò e vinse lo Zecchino d’oro con una canzone su testo di Tagore. Awrin insieme ai suoi genitori e a padre Marino venne a Bellaria e Modigliana. A seguito di questo evento con il contributo del Comitato padre Marino poté costruire a Shelabunia la bellissima chiesa che porta nella sua architettura i segni delle religioni cristiana, musulmana e induista, con una Madonna dipinta dalla pittrice bellariese Carla D’Alessandro. Una grande testimonianza di dialogo e rispetto per tutte le religioni e di passione per ogni uomo. Il Comitato continua a essere vicino ai diseredati ed emarginati bengalesi attraverso le adozioni a distanza finalizzate a permettere l’accesso scolastico ai vari livelli, il sostegno economico a dispensari, ospedali, ostelli per i giovani studenti, lavoro per l’emancipazione economica e sociale in particolare delle donne››.

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