Alexia Sarantopoulou al teatro Dimora dell'Arboreto di Mondaino

Corpi che diventano sculture e si fanno ritmo e colore per raccontare le contraddizioni dell’essere umano. La regista e attrice greca Alexia Sarantopoulou mette in scena stasera, ore 21.30, al teatro Dimora di Mondaino, la prova aperta dello spettacolo “Emilio o sull’educazione”, prodotto dalla compagnia Motus in coproduzione con “Santarcangelo festival”. In scena, accanto alla regista che si divide tra Atene e Roma ed è anche attrice coi Motus e coautrice nel collettivo greco Nova Melancholia con cui realizza spettacoli e tournée in Europa, la performer Ondina Quadri e la musicista Yorgia Karidi. A seguire l’incontro con la compagnia a cura di Francesca Giuliani.

Prima e dopo la performance invece, dalle ore 20.30, si può visitare nel foyer del teatro la mostra “Richiami materici” di Roberto Dal Maso, che si chiude oggi.

Il lavoro che viene presentato in conclusione della residenza all’Arboreto avviata il 19 agosto, rispetto alla scrittura originale ha preso altre direzioni, come spiega la stessa regista, e in esso la musica è molto presente.

Sarantopoulou, come definirebbe la performance di stasera?

«Non è propriamente un ibrido tra live concert e arti visive come potrebbe sembrare. È lo studio di un lavoro che si avvale di musica (originale perché Yorgia ha creato paesaggi musicali ad hoc ma non è riprodotta dal vivo), di letture e di creazioni in scena che richiamano l’arte figurativa».

Da dove ha tratto l’ispirazione iniziale?

«Dal libro “Emilio o sull’educazione”, del filosofo, scrittore e compositore illuminista Jean- Jacques Rousseau che di fatto è uno studio sulla natura umana e un inno alla natura, all’uguaglianza e alla libertà. Ma lo spettacolo, andando avanti, ha trovato nuove ispirazioni, tra cui i “Sei racconti morali” di Eric Rohmer, le nature morte, le opere di Luigi Ontani, la pittura barocca, la musica e i racconti di Laurie Anderson. E ancora il pensiero di Donna Haraway».

Come coniuga l’inno alla natura selvaggia di Rousseau alle nature morte barocche, come lega questi aspetti così lontani tra loro?

«L’ispirazione è quella ma in realtà il lavoro parla anche di altre cose come la scienza, la medicina, il rapporto natura-città. Il periodo barocco non è poi così lontano a quello di Rousseau e mi piace soprattutto il gioco che si crea accostando le sue tematiche, legate alla natura che vive e si ricrea, con quelle delle nature morte e ferme sui dipinti».

Ma non c’è un gap tra utopia filosofica e realtà artistica? Da questo, quale messaggio o pensiero può essere veicolato?

«Il testo filosofico di Rousseau è molto bello e mi ha tanto colpito per i suoi concetti forti e profondi ma è pieno di contraddizioni, proprio come lo siamo noi. Anche gli esseri umani alla fine sono fatti così. Ed è ciò che intendo sottolineare».

Quali contraddizioni sente più intensamente come artista?

«Io penso che la mia esistenza in generale sia fatta di contraddizioni, alla fine tutti siamo così e dobbiamo accettarlo, io credo sia una bellezza continua comprendere questo e adeguarsi. Vedo tutto ciò con tenerezza».

Cosa accade sul palco?

«L’immagine e il suono occupano due luoghi fisici distinti. Elementi apparentemente distanti si incontrano in maniera forse incoerente, dando vita a nuove possibilità estetiche e di contenuto. È l’accostamento anche sentimentale e ingenuo di ispirazioni contrastanti a dare vita alla performance».

Quale è il suo ruolo e quale quello di Ondina?

«Io sono in scena come narratrice e leggo dei brani mentre il corpo di Ondina assume immagini di volta in volta cangianti. Il suo corpo entra nelle nature morte e avvalendosi di oggetti diversi va a costruire spazi altri».

Quella di stasera è una prova aperta, a quando il debutto?

«In questo tempo di pandemia è difficile avere ora una data certa. Di sicuro abbiamo un’altra residenza a Udine e poi un momento pubblico al Festival di Santarcangelo a dicembre, in quello che è il secondo atto di “Santarcangelo 50”. Ma non sappiamo se sarà uno studio o lo spettacolo finito. Al momento ci sono tante incognite ma noi continuiamo a lavorare intensamente».

Ingresso a contributo libero, prenotazione obbligatoria.

Info: 3319191041
info@arboreto.org
www.arboreto.org

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