Accademia Bizantina al Ravenna Festival

RAVENNA. «Fido specchio in te vagheggio / lo splendor degl’anni miei / pur un dì mi cangerò»: è Bellezza a intonare i versi dell’aria con cui si apre “Il trionfo del Tempo e del Disinganno”, l’oratorio di Georg Friedrich Händel che questa sera risuonerà alla Rocca Brancaleone per mano di Ottavio Dantone sul podio (e al cembalo) di Accademia Bizantina. Evento che vede come media partner il Corriere Romagna.
Fondata nel 1983
Si tratta di un altro dei fortunati eventi usciti dal cilindro della rinnovata programmazione di “Ravenna festival”, e frutto della straordinaria ricchezza del tessuto culturale “locale” tra le cui trame spicca, appunto, un ensemble di livello internazionale come è la “Bizantina”, fondata a Ravenna nel 1983 e da tempo ammirata ben oltre i confini europei per la qualità tecnica e il dinamismo nell’interpretazione del repertorio barocco. Repertorio da cui trae questo oratorio, il primo di Händel, che lo compone, poco più che ventenne, nel 1707, per il pubblico romano su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj, per riprenderlo poi durante tutta la vita, fino all’ultima versione del 1757, quando vecchio e oramai cieco lo adatta alla lingua di quella che è divenuta la sua nuova patria, l’Inghilterra. Del resto, la lezione che il compositore sassone apprende nei pochi anni che trascorre in Italia, luogo di passaggio obbligato per qualsiasi musicista europeo in quell’epoca, si rivela fondamentale per l’arco creativo dell’intera sua vita: un piccolo ma significativo esempio è, tra gli altri, il riutilizzo di un’intera aria di questo primo oratorio in una delle sue opere più note, Rinaldo, dove “Lascia la spina, cogli la rosa” diviene la celeberrima “Lascia ch’io pianga”.
Bellezza e Piacere
La vicenda, squisitamente allegorica, si dipana nel confronto tra le ragioni di Bellezza e Piacere e quelle di Tempo e Disinganno. Facile intuire chi avrà la meglio… Quattro personaggi che, come spiega Ottavio Dantone, «sono perfettamente caratterizzati musicalmente: Bellezza ha una spensieratezza, una voglia di vivere e di godere, che si nutre delle promesse del Piacere, ma il Tempo e il Disinganno le ricordano che la bellezza può sfiorire, che nella vita ci sono aspetti più importanti e che prima dell’esteriorità dei piaceri viene la salvezza dell’anima».
Personaggi che sono affidati al talento di voci come quelle dellafrancese Emmanuelle De Negri e la reggiana Monica Piccinini, rispettivamente Piacere e Bellezza, entrambe soprani, entrambe ricche di esperienze di livello europeo in repertori che vanno dal barocco al classico; poi del contralto Delphine Galou (Disinganno) che, forte di una tecnica vocale straordinaria, proprio con Accademia Bizantina ha vinto il Gramophone Award nel 2018; e del tenore AnicioZorziGiustiniani (Tempo) già protagonista di alcuni lavori di scuola napoletana sotto la direzione di Muti. Un quartetto chiamato a dar vita a una sorta di azione musicale che percorre il filo sottile al confine tra verità e finzione e che, pur nella naturale forma “di concerto” cui è destinato per definizione un oratorio, si esprime attraverso il suono «con le nuances, gli abbellimenti, le variazioni e tutta la gamma esecutiva barocca».
Ascoltarsi di più
Naturalmente, anche in questa occasione i musicisti (oltre al pubblico) saranno vincolati allemisure di sicurezza imposte dal Covid-19, misure che però non comporteranno alcuna variazione di organico. Come spiega Dantone, «per noi abituati a suonare il più possibile vicini, il distanziamento significa imparare ad ascoltarsi di più e con maggiore attenzione, e forse cercare di catturare e sentire ilsuono anche da lontano può essere per noi musicisti un insegnamento prezioso».

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