Spaccia droga in casa a minorenni: arrestato 18enne a Ravenna

Sarebbe dovuto andare a scuola. Invece ha iniziato la settimana passando il lunedì mattina in tribunale, dopo aver trascorso la notte nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri, arrestato appena tre mesi dopo essere diventato maggiorenne. Il motivo? Spaccio; una dose di hashish, venduta a una coppia di ragazzini ricevuti in casa, uno dei quali minorenne. A dare una lezione di vita al giovane pusher, originario di Ravenna e residente in città, domenica pomeriggio sono stati prima i carabinieri di via Alberoni, poi il giudice Antonella Guidomei, che lo ha rimesso in libertà. Potrà tornare a scuola, ma per due volte a settimana si dovrà presentare ai carabinieri negli orari concordati senza sgarrare. Un altro scivolone e scatterà il carcere.

L’appostamento

L’arresto risale al pomeriggio di domenica. Il viavai sospetto dall’abitazione del 18enne, in via Fiume Montone Abbandonato, era giunto all’attenzione delle forze dell’ordine. Tant’è che nel pomeriggio una pattuglia si era appostata per cogliere sul fatto eventuali movimenti. Si sono fatte le 16 circa; a quell’ora due ragazzi si sono avvicinati al palazzo, e con fare circospetto hanno preparato i soldi prima di entrare dal portone. I militari hanno pertanto atteso sul pianerottolo che gli acquirenti uscissero, per poi farsi consegnare l’involucro con 2,30 grammi di hashish appena comprato, al prezzo di 20 euro. E’ stato proprio il minorenne, sentito successivamente, a riferire di essere un cliente abituale, e di avere acquistato la stessa sostanza stupefacente in almeno altre venti circostanze.

Soldi in camera da letto

La certezza che il 18enne spacciasse regolarmente è arrivata con la successiva perquisizione domiciliare. In camera da letto del ragazzino, sono sbucati altri 16 grammi di hashish, oltre a 816 euro tenuti in una scatola di cartone e ritenuti proventi della cessione di droga. Per questo motivo, il ragazzo è stato dichiarato in arresto per spaccio aggravato. Difeso dall’avvocato Florinda Orlando, ieri mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere dopo essere stato portato in aula scortato dai carabinieri. Dato il quadro ricostruito dagli inquirenti, il vice procuratore Simona Bandini ha chiesto gli arresti domiciliari. Il giudice, pur convalidando l’arresto, ha assecondato la richiesta della difesa di una misura cautelare più lieve, per consentire al ragazzo di frequentare la scuola. Una “grazia” ottenuta però - così ha rimarcato il magistrato - a patto che il giovane tenga «una condotta lineare specchiata», pena, in caso contrario, il carcere.

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