Spaccata all'Agenzia delle Entrate di Ravenna: c'è un sospettato

L’ingresso forzato, alcune tracce di sangue lasciate probabilmente dall’intruso, e svariati faldoni messi a soqquadro. Questo lo scenario che ieri mattina ha accolto i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Ravenna. Un’irruzione di certo insolita, sulla quale hanno voluto fare luce i carabinieri, che per tutta la mattinata hanno svolto sopralluoghi nella sede di via Trieste, per capire chi mai potesse avere un interesse per le carte custodite tra gli uffici statali. Gli accertamenti, alla luce dell’analisi delle telecamere presenti nell’edificio, avrebbero già circoscritto i sospetti. Non si tratterebbe di un’irruzione mirata a carpire chissà quali procedure fiscali in corso, ma piuttosto uno sprovveduto tentativo di furto andato, ovviamente, a vuoto.

Il sopralluogo e i sospetti

Chissà quali ricchezze pesava di trovare il principale sospettato, un ragazzo di 36 anni, ravennate, già noto alle forze dell’ordine. Secondo gli elementi finora raccolti, sarebbe stato lui a forzare uno degli ingressi della sede provinciale dell’Agenzia delle Entrate. Potrebbe trattarsi della stessa persona che nella tarda mattinata ha preso a calci la porta di una farmacia, episodio che ha reso necessario l’intervento della polizia di Stato. Sta di fatto che a lui sono arrivati gli investigatori, intervenuti fin dalle 8 di ieri mattina. Primi a giungere sul posto, dopo la segnalazione che parlava di furto, sono stati i carabinieri della Stazione di via Alberoni, seguiti dai colleghi del Nucleo Investigativo e dalla Scientifica. Giunta sul posto in supporto anche un Volante della Polizia di Stato. I rilievi sono proseguiti per tutta la mattinata, tenendo aggiornata il sostituto procuratore di turno Cristina D’Aniello.

Ampio l’alveo delle prime ipotesi. Consapevoli che all’interno dell’Agenzia delle Entrate difficilmente si potessero trovare contanti, non si poteva escludere che l’intrusione fosse mirata a controllare particolari posizioni fiscali; anche perché nella confusione trovata, c’erano alcuni faldoni che sembravano sfogliati, come per essere controllati, fotografati o sottratti. Ma a che pro, considerato che ormai tutti i documenti sono digitalizzati ed eventuali posizioni aperte sono destinate comunque a essere notificate?

Già nel primo pomeriggio, al termine dell’inventariazione fatta nel corso della mattina, è emerso che nulla, fra i documenti, era sparito. Giusto qualcosina mancante all’appello, ma tale da far pensare a un furto di ben poco conto.

Infine quelle tracce di sangue, trovate in prossimità dell’apertura forzata, che associate alle immagini raccolte dalle telecamere, hanno ricondotto gli inquirenti al volto noto alla banca dati delle forze dell’ordine.

Scadenze slittate di un giorno

L’intrusione ha tuttavia paralizzato per la giornata il funzionamento della sede dell’Agenzia delle Entrate. Dall’ufficio pubbliche relazioni di Bologna assicurano che «gli archivi sono sotto chiave e che nulla è risultato mancare». L’episodio, aggiungono, non avrà alcuna ripercussione sulle scadenze già in programma; «per il mancato funzionamento dell’ufficio, infatti, i termini e le scadenze previste per ieri per i contribuenti slitteranno di un giorno». FED.S.

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