"Sotto il forte peso dell’inflazione carrello più leggero e acquisti 'sobri' "

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A causa dell’inflazione, si assiste già alla “sobrietà” nel carrello della spesa, con acquisti di minor valore sia in termini relativi che assoluti. La tendenza era già in atto e si è acuita dall’inizio dell’anno. Agli operatori della filiera ortofrutticola chiediamo soluzioni condivise, reciprocità e relazioni trasparenti». Lo ha affermato Claudio Mazzini, responsabile comparto Freschissimi di Coop Italia, intervenuto al Forum della Cdo Agroalimentare, svoltosi in due giorni a Milano Marittima. All’appuntamento, giunto alla ventesima edizione, hanno partecipato oltre 400 tra imprenditori e manager del settore agro-alimentare. «L’inflazione è un fenomeno nuovo, perché da trent’anni non si verificava con l’intensità di oggi - ha rimarcato Angelo Frascarelli, docente dell’università di Perugia e moderatore del Forum Cdo Agroalimentare -. È un dato nuovo, cui non eravamo abituati, anche perché tra il 2015 e il 2020 ci sono stati anni in deflazione». «In 15 anni, i consumi di ortofrutta in Italia - ha continuato Mazzini - sono diminuiti di 600mila tonnellate. La gente si sta allontanando dalla dieta mediterranea e l’inflazione acuisce il problema. I primi anelli della filiera, poi, sono soggetti anche a fattori esterni: quando in Sicilia, a causa del meteo, in pochi giorni matura e si concentra la produzione di un mese, come accaduto poche settimane fa, il mercato crolla, non ci si può fare nulla». Quali le possibili soluzioni? «Di certo dobbiamo pensare a un modello diverso ma, sottolineo, io non ho la bacchetta magica e non so darvi una risposta precisa. Di certo occorre maggiore reciprocità e trasparenza fra la Gdo e il mondo produttivo. A noi viene chiesto di pagare di più l'ortofrutta, ma allo stesso tempo anche noi chiediamo meno speculazione quando c’è poco prodotto. Occorre pensare a relazioni di lungo periodo». «Inoltre - ha continuato Mazzini - i produttori, che non sono mai abbastanza organizzati, dovrebbero diversificare quel che vendono e non proporre a tutti le stesse cose, altrimenti poi si gioca tutto sul prezzo, che non può che essere al ribasso». Gli incrementi nei prezzi non sono ancora finiti e gli alimentari e le bevande sono i comparti più interessati dagli aumenti: se nel 2022 la variazione dei prezzi medi è del 13,4% nel totale del largo consumo, per gli alimentari è del 14,5%. Davanti ai prezzi in aumento, cosa fanno i consumatori? Secondo la rilevazione Nielsen IQ, il 34% sceglie il prodotto più conveniente tra una selezione di marche; il 31% compra qualunque brand si trovi in promozione, il 28% sceglie il prodotto più conveniente a prescindere dalla marca, il 26% sceglie la marca del distributore e il 20% controlla l’ammontare totale del carrello rispetto a un budget predefinito.

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