Sostenibilità, “Ecco perché iniziare fin da piccoli”

Pioniere dei contenuti digitali per la scuola su temi green, la piattaforma di formazione MyEdu dal 2022 fa parte della Green Community del piano RiGenerazione Scuola, l’iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione per accompagnare le scuole in quella che viene definita “transizione ecologica e culturale”. In Emilia Romagna è distribuita in 80 scuole e dall’8 al 10 marzo presenterà il proprio programma a Didacta Italia, la più importante fiera italiana dedicata al mondo della scuola. Laura Fumagalli, presidente di MyEdu, racconta a Verde perché i giovanissimi sono più attenti all’ambiente dei loro genitori e come lo possono diventare ancora di più.

Sostenibilità, ecologia e temi legati all’ambiente. Come reagiscono i giovani studenti di fronte a queste tematiche?

«I giovani studenti sono di gran lunga i più sensibili rispetto ai temi legati all’ambiente. Il confronto con le generazioni precedenti mostra un’evidenza: i ragazzi oggi sono “nati” con una spiccata predisposizione a pensare in termini di sostenibilità. Da questo punto di vista dimostrano spesso un grado di consapevolezza e responsabilizzazione sensibilmente maggiore rispetto a quella dei loro genitori: si lavano prestando attenzione agli sprechi idrici, sono attenti a spegnere le luci quando non servono, fanno la raccolta differenziata, scelgono indumenti sostenibili».

Quali strumenti di apprendimento appassionano di più i ragazzi?

«I ragazzi, dall’infanzia alla scuola secondaria, non vedono l’ora di confrontarsi con qualcosa che catturi la loro attenzione e scateni la loro curiosità e fantasia. Le storie, raccontate su qualunque canale, sono l’ingrediente magico in questo senso. Per questo l’espediente dello storytelling è così presente nei nostri percorsi didattici. Negli anni però abbiamo scoperto che gli strumenti digitali, in virtù della loro multimedialità, hanno una potenzialità fortissima nello scatenare l’interazione degli studenti: video interattivi, giochi digitali e tutte le attività che chiedono all’utente di partecipare attivamente sono le più efficaci ai fini dell’apprendimento. Per questo MyEdu utilizza soprattutto contenuti laboratoriali. Molto interessanti però anche le modalità del “dibattito argomentativo”e delle mappe concettuali».

Si può correre il rischio di banalizzare l’argomento?

«Sì, il rischio è concreto perché molti cavalcano il trend per ampliare la propria visibilità. Insomma, green è di moda. Come sempre, il rischio si affronta evitando qualunque tipo di improvvisazione».

Attività educative digitali ed esperienze tradizionali, anche all’aria aperta: quale il giusto bilanciamento?

«Le risorse digitali sono particolarmente efficaci ai fini dell’apprendimento ma devono essere un’integrazione delle attività esperienziali. L’apprendimento passa dalla relazione tra discente e insegnante e nel rapporto tra discenti. Promuoviamo una didattica “blended” - ibrida, dove gli strumenti si completano e si integrano nel contesto collettivo della classe».

Quali sono le aree del Paese dove c’è più interesse per i prodotti educativi sul tema della sostenibilità?

«La nostra esperienza ci ha insegnato che non esistono differenze geografiche in termini di predisposizione delle scuole all’innovazione, tecnologica o metodologica: tutto è in mano ai singoli insegnanti e a come scelgono di impostare la didattica. Talento e passione degli insegnanti è ciò che fa la differenza, e per fortuna dei nostri ragazzi non è confinabile in regioni circoscritte».

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