Sosta: multa annullata e comune di Cesena condannato

Il 12 dicembre scorso la polizia locale gli aveva fatto una multa da 42 euro, sostenendo che aveva parcheggiato la sua auto in un posto regolamentato da disco orario senza esporlo. Ma Franco Botta aveva immediatamente fotografato il cruscotto de suo Suzuki Jimmy, posteggiato in viale Bovio 528, di fronte alla sede di Radio Centrale, che guida, per mostrare che, mentre il preavviso di violazione era stato inserito sotto il tergicristallo al lato sinistro del veicolo, sul lato interno destro dello stesso campeggiava in bella vista il disco orario. Inoltre, un suo dipendente, che usa spesso il mezzo intestato alla società che gestisce l’emittente Radio Centrale, aveva dichiarato che il disco orario era saldamente incollato dietro il parabrezza e anche quella mattina era ben visibile persino dalla finestra sulla strada in cui era posteggiato. Infine, una conferma di quanto detto era arrivata dall’officina “3MW Car Service snc”, che aveva riconsegnato quella vettura prima due giorni prima per una riparazione.

A quel punto, il 12 gennaio, Botta ha presentato alla polizia locale una richiesta di annullamento del verbale in autotutela, dando la possibilità di riconoscere e correggere l’errore fatto dall’agente che aveva compilato il preavviso, che evidentemente non aveva visto il disco orario. Ma è stato inutile, perché 5 giorni dopo gli è stata notificata la multa.

Assistito dall’avvocata Letizia Raggini, il patron di Radio Centrale ha quindi presentato un ricorso al giudice di pace per chiedere l’annullamento del verbale. Non è la prima volta, perché in altre occasioni aveva contestato contravvenzioni, ottenendo il riconoscimento delle proprie ragioni. La sentenza è stata favorevole a Botta e pesante nei confronti del Comune. Definendo «palesemente illegittima ed infondata» la sanzione, ha infatti sottolineato che era «incomprensibile» la multa per mancata esposizione del disco orario, che invece era «ben visibile sul cruscotto». Nella sentenza si dice quindi che «l’unica spiegazione plausibile è che l’accertatore non abbia avuto una corretta percezione soggettiva» della realtà. La polizia locale si è inoltre presa una strigliata per non avere corretto il tiro attraverso l’annullamento in autotutela che Botta aveva chiesto, senza ricevere alcuna risposta se non una cancellazione tardiva, dopo che era già stata fissata l’udienza davanti al giudice di pace. Per questo motivo nella sentenza non solo è stato disposto l’annullamento della sanzione, ma il Comune è stato condannato alla «rifusione delle anticipazioni e delle spese del procedimento», inclusi compensi e contributo unificato e della marca. Il tutto per un totale di circa 150 euro.

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