Solidarietà alle donne afghane e aggressione prima del picchetto

Archivio

La Rete delle donne si è ritrovata in piazza ieri mattina per esprimere solidarietà alle donne afghane. Una manifestazione a cui le profughe accolte in città hanno aderito a distanza mandando un messaggio letto alla piazza. Un momento collettivo di vicinanza, guastato purtroppo da un battibecco sfociato in aggressione poco prima dell’inizio e che l’associazione Trama di terre denuncia pubblicamente.

L’aggressione

A macchiare un momento di solidarietà sentito e partecipato è stata la provocazione sfociata in aggressione poco prima che la manifestazione avesse inizio. Un’ attivista, socia e consigliera del direttivo dell’associazione femminista Trama di Terre, mentre si dirigeva in Piazza Caduti per la Libertà per partecipare al presidio «è stata aggredita sia verbalmente che fisicamente da un uomo violento che l’ha accusata, in quanto donna “negra”, di essersi fatta fare “il lavaggio del cervello da quelle merde di sinistra”, indicando la compagna che era con lei, “veri ed unici responsabili dei problemi in Afghanistan e in Africa”. Quando la nostra compagna nell’esercizio del suo diritto, ha risposto alle aggressioni verbali dicendogli “così mi offende”, l’uomo l’ha aggredita fisicamente nel tentativo, tutt’altro che simbolico, di cacciarla via da questo territorio ovvero dalla città di Imola». Questa è la denuncia della stessa associazione Trama di terre che chiede che l’episodio non venga derubricato. A camminare al fianco della donna di colore c’era la stessa presidente di Trama di terre Alessandra Davide: «Eravamo in tre, due donne bianche e una di colore, quell’uomo se l’è presa direttamente con lei. Le ha chiesto andandole vicinissimo al volto, fra l’altro senza mascherina, capisci l’italiano? E lo ripeteva insistentemente poi ha cominciato a dire il resto. Tra l’altro con lei c’erano le figlie di 7 e 3 anni che si sono spaventate e hanno cominciato a piangere, in quel momento ci siamo preoccupate soprattutto di proteggere loro, è successo tutto in pochi secondi e siamo rimaste davvero molto scosse». Per separarli si sono messi di mezzo alcune dell’associazione e anche qualche passante, raccontano i testimoni diretti quindi sono arrivati velocemente i carabinieri. La donna aggredita, che aveva la maglia strappata all’altezza del collo come era visibile a chiunque l’abbia vista in piazza, ha risposto alle domande dei militari. Intanto l’uomo, come hanno visto in molti, a sua volta con la maglietta danneggiata, ha continuato a rivolgersi con fare aggressivo verso la donna anche in presenza dei carabinieri ed è stato perciò invitato ad allontanarsi. Lui ha poi raccontato la sua versione su un sito on line, dicendo a sua volta di essere stato aggredito dalla donna «per una semplice domanda» e ora promette una querela. «Faremo denuncia – conferma a sua volta la presidente di Trama di terre Alessandra Davide –, anche se la battaglia vera contro il razzismo dovrebbe farsi politicamente e culturalmente».

Il messaggio delle donne afghane

La manifestazione grazie alla lucidità delle persone è andava avanti. Sui cartelli anti talebani e «anti patriarcato» delle attiviste delle associazioni imolesi della Rete (Trama di Terre, Udi, Donne Anpi, PerLeDonne, Coordinamento donne Cgil, Coordinamento donne Spi-Cgil) la richiesta ai governi di non trattare coi talebani, «fondamentalisti» e «fascisti» invisi ai diritti delle donne. Sul palmo delle mani la P rossa della ong Pangea, che ad alcune è valsa la salvezza attraverso i corridoi umanitari. Ma alla manifestazione arriva anche la voce delle profughe e dei profughi afghani oggi ospitati a Imola, attraverso la lettura di un messaggio da parte di Michela Burattini del Solco, la coop sociale che li ospita. «Chiediamo che i diritti umani in Afghanistan siano garantiti sia agli uomini che alle donne –inizia il messaggio delle donne afghane –. Chiediamo che le donne non siano private del diritto all'istruzione, al lavoro, alla partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. Chiediamo che siano conservate le nostre usanze e tradizioni, che non sono quelle dettate dai Talebani. I Talebani non sono cambiati come invece vorrebbero far credere al Mondo. Sono oggi più aggressivi che in passato, soprattutto nei confronti delle donne. Chiediamo alle nostre sorelle rimaste in Patria di unirsi e organizzare la Resistenza. Le donne afghane sono forti come montagne, sapranno alzare la voce per tutelare i loro diritti. Vi ringraziamo per l'attenzione che mostrate per noi e per la drammatica situazione in cui stanno vivendo oggi le donne afghane. Chiediamo a voi tutti di supportarle e non dimenticarle». Un messaggio che le donne hanno condiviso con gli uomini della famiglia. Alla manifestazione erano presenti anche l’assessora alle pari opportunità Elisa Spada e il vicesindaco Roberto Visani.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui