Solarolo, il comitato: “Linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese, il quadruplicamento con viadotto è nato vecchio”

Solarolo
  • 28 ottobre 2025

Il fronte dei cittadini e dei comitati che chiedono “con forza” una revisione del progetto di Rfi per il quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese “si sta rafforzando” e continua a chiedere “una valutazione trasparente delle alternative tecnologiche già operative in Europa e in Italia”. Ne sono convinti il presidente del coordinamento dei comitati No viadotto, Armando Martignani, e quella del comitato di Solarolo, Paola Lanzon, dopo l’incontro che si è tenuto a Solarorlo. Dal quale è emerso che quella presentata è una scelta progettuale “illogica, antieconomica e ambientalmente insostenibile, che comporterebbe uno spreco ingente di denaro pubblico e un impatto paesaggistico e territoriale devastante su 37 chilometri di campagna fertile”, insiste Martignani. Senza contare che la proposta “contrasta con le direttive europee di riferimento sotto molteplici aspetti”. Quello che si evince, tornano a dire i referenti dei comitati, è che è “netto, documentato e senza appello che il progetto del quadruplicamento con viadotto risulta superato, nato vecchio e privo di reale utilità”.

E per questo “ci chiediamo quale sia il vero motivo per cui le istituzioni non abbiano interesse a difendere il proprio territorio, scegliendo invece di insistere su un progetto anacronistico, a cemento armato, quando esistono soluzioni a consumo zero già finanziate e tecnologicamente avanzate”, attacca Lanzon. All’iniziativa era presente l’ingegner Luigi Francesco Montanari che ha elencato le nuove tecnologie ferroviarie Ertms-Etcs, “applicate in gran parte d’Europa e in numerose tratte italiane”, e “già previste e finanziate anche sulla linea interessata dal quadruplicamento, perfettamente in grado di raggiungere gli stessi obiettivi del progetto senza consumo di suolo, con un decimo dei costi e tempi di realizzazione estremamente più rapidi”.

Dunque, per i comitati lo scenario progettuale potrebbe consistere “nell’applicare l’Ertms-Etcs alla linea esistente, dirottare il traffico merci pesante verso la direttrice Ravenna-Ferrara-Poggio Rusco, alleggerendo il nodo ferroviario di Bologna, servendo il porto di Ravenna”. Il tutto per “ottenere così una rete più efficiente, moderna e rispettosa del territorio, senza nuovi viadotti né espropri”. Le “criticità tecniche” del tracciato, illustrate anche a Solarolo “dimostrano come questo progetto faraonico e ad altissimo impatto ambientale, non produrrebbe alcun reale aumento della capacità di circolazione ferroviaria, vanificando di fatto gli obiettivi dichiarati”, concludono Martignani e Lanzon

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