Sogliano, Laura Marinoni è "La Gilda" di Giovanni Testori

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Una prova d’attrice, ma anche musica e canzoni, sono gli ingredienti di una storia coinvolgente stasera alle 21, nel teatro “Elisabetta Turroni” di Sogliano. È “La Gilda” spettacolo melologo con parole e musica, che l’attrice Laura Marinoni ha adattato dal racconto di Giovanni Testori “La Gilda del Mac Mahon”, raccolta del 1959. Sul palco anche il pianista Alessandro Nidi, lo stesso musicista con cui nel 2015, nella bomboniera soglianese, l’attrice presentò il suo adattamento di “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez.

Nata a Milano nel 1961, lungo e prestigioso curriculum specialmente teatrale, Laura Marinoni affronta un nuovo progetto di autrice per dare forma a una storia ambientata in una Milano periferica “testoriana” degli anni Cinquanta, dove sognare era fondamentale per vivere.

Lei aveva già incontrato il teatro di Testori, è stata questa la spinta per “La Gilda”?

«È stato Alessandro Nidi a suggerirmi di leggere “La Gilda”. Io l’avevo letta tanti anni fa in virtù del mio legame forte con Testori. Ho interpretato infatti la monaca dei suoi “Promessi sposi alla prova”, e pure Felicita, altra monaca del bellissimo monologo “Passio Letitiae et Felicitatis” adattato da Valter Malosti; sempre immersa nel linguaggio testoriano di latinismi e lombardismi. In questo caso la scelta è caduta su un Testori molto più leggero, perché la Gilda è un personaggio solare, di fiammante carnalità nella scrittura, ma tenerissima. È una donna dalla vita disgraziata, decide di prostituirsi per portare fuori dalla galera il suo Gino; il quale, una volta uscito, torna dalla moglie, dando della puttana a Gilda, quando lei si era prostituita solo per amore di lui. La Gilda ha una voglia di vivere e di amare commovente».

Perché ha scelto ancora Alessandro Nidi come compagno sul palco?

«Perché riesce a creare una drammaturgia musicale organica. Dà risalto ai miei progetti di scrittura e canto, che desidero affiancare a quelli più tragici coi grandi registi. La musica mi permette di sfatare il pregiudizio di “Marinoni attrice drammatica”. Io ho un’anima brillante, potrei fare anche una commedia sofisticata. Così vale per il canto, grandissimo diletto che ho studiato. Ho cominciato ragazzina solista in chiesa, ho cantato ne “L’opera da tre soldi”, ho studiato lirica, ho fatto esperienze in uno studio di registrazione per trovare la mia voce pop».

Com’è strutturato lo spettacolo?

«La struttura è quella di concerto dove recito a leggio e dove il pianoforte è il punto di riferimento mio e di Nidi; si passa dal melologo, recitazione puntellata dalla musica, a canzoni, a soli pianistici. Io canto una dozzina di brani non legati al contesto del racconto, ma pertinenti. Da “Ti te se no” di Jannacci a “Il tuo stile” di Leo Ferré, e poi De André, “Tutt’al più” di Patty Pravo, “Bugiardo e incosciente” di Mina, “Il canto della ninfa” di Monteverdi ripensato in modo pop. Facciamo nascere dei contrasti».

C’è anche “Amado mio” del famoso film “Gilda”?

«Sì, è la canzone preferita dalla Gilda del racconto, su quel brano io ballo pure. La protagonista si chiama Rita, Gilda è il suo soprannome in quanto rossa e avvenente come la Gilda del film. Lei si identifica con l’attrice Rita Hayworth-Gilda del film. È come se vivesse un personaggio che le dà il senso della vita, che la porta in una dimensione da sogno, da film».

La passione del canto dove la porterà?

«Ho intenzione di continuare questa mia ricerca, e spero con la collaborazione di Nidi. È vitale per me realizzare progetti autorali frutto del mio bisogno di raccontare mondi alternativi».

Euro 15-12.

Info: 370 3685093

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