Gli spumanti, i principali metodi di produzione Italiani

Con l’avvicinarsi del capodanno sono sempre di più le opportunità di brindisi in compagnia di amici e parenti. Spesso quando dobbiamo stappare una bottiglia di vino frizzante ci chiediamo: brindare con vino spumante made in italy o con lo champagne dei cugini francesi? La scelta della bottiglia da stappare è un vero spartiacque che vede emergere improvvisati esperti di bollicine e fazioni di appartenenza.
La bontà dello Champagne è indiscussa ma c’è da dire che negli anni la qualità del vino spumante italiano è cresciuta in modo esponenziale, e nulla ha da invidiare alle bollicine del vino oltralpe. Quindi per la scelta della bottiglia la cosa più giusta è farsi guidare solo dal proprio gusto.

Nel caso la tua scelta sia protesa verso il vino nostrano devi sapere, che a differenza dello Champagne, il vino spumante italiano viene prodotti con vari metodi.

I principali metodi per la produzione delle bollicine italiane:

Nel panorama della vinificazione italiana si sono venuti a creare due principali metodi per la produzione di vini spumanti: il metodo Classico e il metodo Charmat.

Nel Metodo Classico, che si rifà al francese metodo Champenoise, la rifermentazione avviene in bottiglia attraverso l'introduzione di zuccheri, sostanze azotate e lieviti selezionati. La particolarità di questo metodo è che il processo avviene in bottiglia a differenza di quello che accade per il metodo Charmat, come diremo più avanti. Dopo l’imbottigliamento il metodo Classico prevede che le bottiglie vengano poste in orizzontale e periodicamente smosse, questa prima fase dura almeno 18 mesi. Dopodichè il vino viene sottoposto alla sboccatura, ovvero l’eliminazione dei residui, il tempo impiegato per questo passaggio varia da produttore a produttore.
Uno dei più famosi e rinomati vini spumanti italiani realizzati con questo metodo è il Franciacorta, prodotto nella provincia di Brescia utilizzando uve Chardonnay e Pinot nero, uno spumante tutto italiano molto apprezzato sia dalla critica che dai semplici amanti delle bollicine.

Il Metodo Charmat, francesizzazione dell’italiano metodo Martinotti che prende il nome del suo inventore, è un processo produttivo che prevede, dopo una prima vinificazione, la fermentazione del vino in un’autoclave pressurizzate, con l’aggiunta di lieviti e zuccheri, e non in bottiglia. Il prodotto rimane in autoclave al massimo 20 giorni, a differenza di quello che accade con il metodo Classico dove la fermentazione prevedere un tempo minimo di 18 mesi. Dopo questa prima fase il vino viene spostato in un’altra autoclave, dove viene refrigerato e filtrato, dopodiché il vino è pronto ad essere imbottigliato. A differenza del metodo francese, con fermentazione in bottiglia, questo processo permette di preservare gli aromi fruttati che sono la nota distintiva del prosecco italiano. Altra caratteristica di questa produzione è che una volta in bottiglia le bollicine vanno consumate entro pochi mesi affinché le sue caratteristiche fresche e fruttate non vadano perse.

Inoltre, se prevedi di mettere in tavola lo spumante italiano, fai attenzione a non abbinare con i dolci che lo spumante secco perché con accompagnato a sapori dolci il suo gusto diventa sgradevole e metallico, se vuoi brindare e accompagnare il momento del dessert con le bollicine italiane opta per uno spumante dolce e non secco.

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