SEO e motori di ricerca AI: come stanno cambiando le ricerche online?

Dalle risposte dirette di Google alle conversazioni con ChatGPT, fino alla crescente abitudine di informarsi su TikTok o YouTube: il modo in cui cerchiamo online sta cambiando rapidamente. La barra di ricerca di Google non è più l’unico punto di accesso alla conoscenza e questo ha implicazioni profonde per chi fa impresa.

Secondo i dati più recenti analizzati da Statista, Google mantiene ancora ad oggi il predominio sul fronte della ricerca online con una quota del 79% delle sessioni online generate a livello globale, ma questo dato è in netto calo rispetto al 85% di due anni fa.

Crescono nuovi strumenti potenziati da AI Generativa come Perplexity, Claude, Bing Copilot e le stesse AI Overviews e AI Mode di Google, che rispondono alle domande degli utenti sintetizzando i contenuti tratti da diverse fonti sul web e scoraggiando i clic verso quest’ultime. Sempre più ricerche terminano quindi nell’immediato o dentro un’interfaccia conversazionale.

In questo nuovo scenario, dunque, ciò che conta è riuscire ad entrare nella risposta dell’intelligenza artificiale. Infatti, ad oggi, se un sito non viene riconosciuto come fonte autorevole dai modelli generativi, semplicemente non compare. Di conseguenza, la SEO non può più basarsi soltanto su keyword e link: serve lavorare su markup avanzati, qualità semantica, architettura informativa e segnali di fiducia.

NetStrategy tra le agenzie più avanzate per la SEO AI

Per affrontare questa trasformazione, NetStrategy, agenzia di SEO & Digital Marketing con sedi a Verona e Milano, ha avviato un lavoro di ricerca sui Large Language Models (LLM) e sugli ambienti generativi che ha portato a un nuovo framework per ottimizzare la visibilità dei brand anche fuori dall’elenco dei risultati di Google.

La SEO per modelli LLM di NetStrategy si fonda su sei aree di intervento strategiche:

1. Ottimizzazione semantica dei contenuti. I motori di ricerca AI non si limitano a leggere le parole chiave, ma interpretano i concetti e le relazioni semantiche tra di essi: per questo i contenuti testuali devono essere strutturati schematicamente e orientati a rispondere in maniera esaustiva a domande sempre più specifiche e variegate.

2. Ottimizzazione dei dati strutturati. Utilizzare lo schema markup è come parlare la lingua dei motori di ricerca. Fornendo informazioni essenziali sui tuoi prodotti, servizi e sul tuo business in un formato standardizzato, aiuti Google e le AI a capire meglio chi sei e cosa offri. Questo rende le tue informazioni più facili da trovare e interpretare.

3. Ottimizzazione tecnica on-page. Assicurati che i contenuti siano correttamente reperibili e scansionabili dai bot di Google e da quelli dei motori di ricerca AI (es. dipendenza da JavaScript, utilizzo di JS client-side e non server-side, iframes, robots.txt, ecc.).

4. Potenziamento Domain Authority. Fai crescere la tua reputazione online con attività off-page come la link building e la Digital PR. Quando siti autorevoli e pertinenti nel tuo settore ti menzionano o creano un link al tuo sito, i modelli di AI imparano a considerarti una fonte affidabile per determinati argomenti. Più fonti di qualità ti citano, più il tuo brand viene associato a un'elevata autorità.

5. Ottimizzazione infrastrutturale IT e pageload. La velocità di caricamento del sito è un fattore critico. Non solo aiuta i bot dei motori di ricerca a scansionare il tuo sito più rapidamente, ma soddisfa anche le aspettative degli utenti. Chi arriva da un'AI si aspetta una navigazione istantanea, e un sito lento può compromettere la loro esperienza.

6. Engagement e conversion rate. Gli utenti che arrivano dai motori di ricerca AI sono spesso già molto qualificati e con un intento di acquisto o di contatto specifico. È fondamentale non sprecare questa opportunità. Lavora sull'esperienza utente e sull'ottimizzazione del tasso di conversione per massimizzare il valore di ogni singola visita e trasformare l'interesse in un'azione concreta.

Come possiamo vedere dall’approccio del team SEO di NetStrategy (che ringraziamo per il supporto nella stesura di questo articolo), la visibilità sui motori AI si conquista creando contenuti tecnicamente accessibili, comprensibili e originali, migliorando correlazioni semantiche e costruendo segnali di fiducia solidi.

Questo cambio di prospettiva ci porta a una nuova parola chiave: superare la logica Google-only. Serve sicuramente un approccio Google-first, ma, per poter funzionare, deve essere aperto alla sperimentazione con test nei motori conversazionali, presidio dei social dove nascono nuove domande e contenuti progettati per chi interroga ChatGPT o Perplexity.

Il rischio più grande, per le aziende, è restare immobili mentre tutto si muove: ma lavorare con chi conosce già queste dinamiche e le sta applicando su progetti può fare la differenza.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui