Lavorare a Bologna: come prepararsi al colloquio e distinguersi

Hai googlato “cerco lavoro a Bologna e provincia”, sei finito sulle pagine di un portale di annunci di lavoro localizzati nella tua zona di interesse, hai selezionato quelli che facevano più al caso per il tuo percorso di studio, la tua esperienza pregressa, il tuo profilo professionale e ti sei candidato inviando curriculum e lettera motivazionale? Con un po’ di fortuna il prossimo step da compiere sarà un colloquio: quelli che seguono sono alcuni consigli pratici per prepararti, affrontarlo in tutta tranquillità e distinguerti tra i candidati.
Come prepararsi ai diversi tipi di colloquio
La prima cosa che gli esperti di risorse umane consigliano di fare per prepararsi a un colloquio di lavoro è capire di che tipo di colloquio si tratta. I colloqui conoscitivi, infatti, servono ad aziende e recruiter per capire meglio che persona hanno davanti, come si approccia al lavoro e quali sono, più che le sue competenze tecniche, le sue soft skills e cioè le sue doti comunicative, come entra in relazione con gli altri, gestisce situazioni nuove e potenzialmente stressanti e sa mettersi in gioco. Sempre più comuni anche nelle aziende bolognesi sono i colloqui di gruppo a cui partecipano, come suggerisce la stessa espressione, più candidati contemporaneamente: oltre a verificare le competenze relazionali dei vari candidati, questo genere di colloqui servono a testarne le capacità di lavorare in team e/o le capacità di leadership. In una fase più avanzata del processo di selezione, invece, potresti essere sottoposto a un secondo o un terzo colloquio più focalizzati sulle competenze tecniche e a verificare, cioè, che al di là degli studi effettuati e di eventuali esperienze maturate altrove sei davvero il professionista adatto a svolgere le mansioni aziendali in questione. Va da sé che a ciascuno di questi colloqui dovresti presentarti preparato in maniera diversa. Per la buona riuscita del colloquio conoscitivo, per esempio, dovrai puntare soprattutto sul tenere a bada l’ansia e saper entrare in relazione con il recruiter, mostrandoti rispettoso di un rapporto formale e gerarchico ma assertivo e non timoroso di rivolgere le domande giuste per saperne di più sull’opportunità professionale che ti si sta presentando. Durante un colloquio tecnico, invece, protesti essere chiamato a simulare lo svolgimento di una task e diventa fondamentale, così, che tu ti sia preparato ripassando vari passaggi operativi e come si svolgono.
Come impressionare i recruiter e distinguersi tra i candidati
Ci sono due cose che, a prescindere dalla fase del processo di selezione in cui ci si trova, aiutano sempre a fare buona impressione sui recruiter. La prima è dimostrare di conoscere la realtà aziendale con cui ci si confronta e di condividerne almeno tratti e valori fondamentali. Questo implica di cominciare a cercare, subito dopo essersi candidati, ogni informazione possibile sull’azienda, la sua storia, la sua missione e mostrare al colloquio di averle interiorizzate: se non conosci neanche di cosa si occupa l’azienda, del resto, l’unica probabilità è di impressionare negativamente le risorse umane. Il secondo consiglio per distinguersi dagli altri candidati ha a che vedere con una delle domande più semplici eppure più temute durante i colloqui: “parlami di te!”. Per evitare di non saper rispondere o di farlo in maniera banale e finendo per trascurare aspetti strategici per la selezione ci si potrebbe preparare prima del colloquio un piccolo elevator speech in cui ci si presenti, brevemente ma in maniera efficace, come persona e come professionista.