Negli ultimi anni la sicurezza informatica è diventata una delle priorità assolute per le imprese. Ciò è dovuto principalmente da un lato all’aumento dei dispositivi connessi, dall’altro correlato a tecniche di hackeraggio sofisticate che prevedono l’uso dell’AI.
È in questo scenario che si inseriscono i software RMM (Remote Monitoring and Management), strumenti pensati per monitorare, aggiornare e gestire da remoto reti e dispositivi aziendali.
Ideati per semplificare la manutenzione IT, oggi rappresentano un tassello strategico nella difesa dagli attacchi informatici, complice la capacità di individuare le possibili anomalie in tempo reale e intervenire in modo proattivo.
Allo stesso tempo, proprio in virtù delle loro caratteristiche innovative, si rivelano un potenziale bersaglio per i soggetti malintenzionati: un paradosso che mette in luce l’importanza di scegliere e gestire con cura il software RMM migliore a seconda della realtà, in un equilibrio costante tra efficienza operativa e necessità cautelative.
Cosa sono i software RMM e le minacce legate a un uso improprio
Quando si parla di software RMM si fa riferimento a piattaforme che consentono di gestire a 360° (e a distanza) device e reti aziendali.
Parliamo di programmi dove un server centrale dialoga con dei software leggeri (detti agenti) installati sugli endpoint.
Il risultato è un approccio che permette ai reparti IT o ai Managed Service Provider di gestire intere infrastrutture riducendo i tempi di intervento e migliorando la produttività.
Negli ultimi anni, però, l’impiego dei programmi RMM si trova anche al centro della cybersecurity, alla luce di un incremento significativo dell’uso improprio in attacchi ransomware o di spionaggio digitale. Entriamo più nei dettagli.
I rischi principali legati all’uso dei software RMM
Tra i rischi, e dunque gli usi impropri, da considerare in chiave cybersecurity troviamo soprattutto quelli che seguono:
● Abuso di credenziali RMM da parte di cybercriminali, con accesso remoto non autorizzato.
● Configurazioni errate o mancato aggiornamento da parte di chi usa quotidianamente i programmi RMM, con una maggiore vulnerabilità della rete.
● Assenza di autenticazione multifattore (MFA) e logging insufficiente, che riducono la capacità di rilevare intrusioni.
● Uso di versioni non certificate o di tool non controllati, spesso sfruttati per bypassare i sistemi di difesa.
Alla luce di tali situazioni di rischio la sfida, oggi, è ottimizzare le potenzialità dei programmi RMM, anche in termini di sicurezza preventiva. Come? Adoperando tali programmi nel modo corretto e scegliendo tra le proposte migliori del settore.
Perché i software RMM sono così importanti per le aziende
I software RMM migliori si caratterizzano per la capacità di coniugare efficienza, affidabilità e sicurezza. Quest’ultimo aspetto è correlato al modo in cui il programma protegge i dati e alla conseguente gestione delle attività IT.
Si tratta di software che non si limitano a intervenire da remoto in caso di necessità. Ecco i principali vantaggi per le aziende:
● Monitoraggio centralizzato in tempo reale, a fronte della riduzione del rischio di “zone d’ombra” a livello infrastrutturale.
● Automazione delle operazioni ripetitive (patch, script, diagnosi), con un’ottimizzazione delle risorse umane e una riduzione degli errori.
● Maggiore sicurezza integrata, con una compliance ottimale e automatizzata che rafforza l’asset difensivo.
● Scalabilità e adattabilità, essendo strumenti pensati per crescere ed evolvere insieme all’azienda, integrandosi con le altre soluzioni telematiche adottate.
● Riduzione dei tempi di inattività e dei costi operativi, grazie all’intervento preventivo e remoto senza necessità di spostamenti fisici.
I migliori software RMM garantiscono dunque una continuità operativa ai massimi livelli, limitando alla radice i possibili attacchi e costruendo una cultura aziendale dove la sicurezza digitale risulta un vero fiore all’occhiello.