L’Emilia Romagna protagonista al Vinitaly dal 6 al 9 aprile


Tante le eccellenze della Regione presente al Padiglione 1 di VeronaFiere con 80 espositori e 17 masterclass
Vieni via con me. Stavolta l’orchestra la dirige l’Emilia Romagna, con buona pace di Paolo Conte. Il titolo dell’omonima canzone è stato preso a modello – dai rappresentanti istituzionali e non solo – delle terre romagnole per rappresentare l’Emilia Romagna al Vinitaly. Celebre manifestazione che descrive l’Italia attraverso gusti e caratteristiche del vino: una sorta di mappa enologica del Paese che, da qualche anno, abbraccia anche il settore turistico nella sua totalità.
Non solo bere, ma anche vivere i territori che hanno fatto dei vini un proprio cavallo di battaglia. Per questo, dal 6 al 9 aprile a VeronaFiere, l’Emilia Romagna sarà protagonista non solo a parole: il claim “Vieni via con me” non è casuale perché ricorda e omaggia la via Emilia (che si snoda da Rimini a Piacenza) tra vitigni e bellezze d’altri tempi che attraversano la contemporaneità.
Il richiamo a una farfalla che vola via, poi, rimanda alla conformazione morfologica del territorio. Una realtà itinerante, ma al tempo stesso saldamente ancorata alle proprie radici. A ribadirlo saranno ben 80 espositori, disposti come di consueto nel Padiglione 1 della manifestazione, con 17 masterclass ad accompagnare ogni presentazione.
Impreziosisce tutto il cibo dello Chef Massimo Bottura, il quale ha voluto omaggiare la qualità del vino emiliano-romagnolo con una varietà di piatti assortiti pronti a richiamare i 30 anni di attività dell’Osteria Francescana. Punto di riferimento dell’enogastronomia emiliano-romagnola e simbolo di una cultura culinaria in continua espansione.
Bere e mangiare per vivere meglio. Questa la certezza e il punto fondamentale dell’evento che rappresenta, per gli emiliano-romagnoli, anche l’occasione di ricordare i progressi fatti a livello turistico. La regione è ai primi posti per arrivi e partenze in un settore terziario che, dopo la pandemia, sta lentamente ritrovando numeri e ritmi abituali. Dati alla mano, in Emilia Romagna, sono 92 i milioni di indotto che animano la Food Valley: un mondo culinario che, tra vino e buon cibo, accompagna e irretisce positivamente i turisti. Un viaggio alla scoperta delle eccellenze enologiche della regione.
Il padiglione, dunque, sarà un costante riferimento alle aree verdi del territorio con il susseguirsi di fiori e calici anche nelle pareti più interne. Spazio, poi, ai produttori: c’è anche qualche eminenza culinaria. Lo Chef Carlo Cracco, infatti, si distingue non solo per cibi e ricette. Arriva al Vinitaly in veste di produttore, con particolare attenzione ai vini presenti a Santarcangelo di Romagna, in questa nuova avventura presente anche la moglie Rosa Fanti.
Accoglienza, puntualità e occhio vigile all’imprenditoria. Trittico vincente che ha permesso alla regione di rialzarsi dopo periodi altalenanti, specialmente quando gli agenti atmosferici (l’alluvione del 2023 è ancora una ferita aperta) sembravano aver spazzato via tutto. Anche le prospettive di un futuro migliore. I numeri e il duro lavoro hanno saputo smentire persino i più scettici.
A Verona, l’Emilia Romagna riveste il ruolo di eccellenza imprenditoriale proprio per la capacità di plasmare e interpretare il mercato globale. Nello specifico ci saranno tre appuntamenti a partire già da domenica 6 aprile: si comincia con “Lambrusco, elogio della gioia e della versatilità” (ore 10.30), per poi continuare con “Rocche di Romagna: il nuovo racconto del San Giovese” (ore 12.30). Ultimi, ma non per importanza, all’interno della mattinata, i vini dei Colli Piacentini con “L’anima frizzante del cocktail d’autore” (ore 14.30). Nel pomeriggio, invece, spazio alla Malvasia di Candia Aromatica, con la masterclass: “Malvamici: un legame d’eccellenza tra Malvasia di Candia Aromatica e la gastronomia parmense” alle ore 16.30.
Lunedì 7 aprile, invece, attenzione ai mezzi di produzione e comunicazione con la masterclass: “L’Emilia Romagna: un viaggio dalla terra al calice fino al digitale” per capire come le nuove tecnologie favoriscano anche lo studio dell’enologia e il suo business. Successivamente spazio a “L’Emilia dei 5 sensi: viaggio lungo le strade, vini e sapori d’Emilia”.
Gli ultimi due giorni della manifestazione, invece, sono dedicati a un’ulteriore mappatura della regione. I valori oltre confine: cosa esporta l’Emilia Romagna? A questa domanda prova a rispondere la masterclass: “I vini ambasciatori dell’Emilia Romagna” seguita da “Emilia Romagna da bere e mangiare”.
C’è poi “Consorzio Emilia Romagna: un mosaico di vini dalla pianura alla collina”, fino ad arrivare “Dolce Emilia – il digital wine marketing” perché il vino – prima di arrivare nel bicchiere – smuove interessi e coscienze.
Quindi tocca (anche) l’economia: il sinonimo di qualità, oggi, è rappresentato dall’Emilia Romagna e i suoi gusti in continuo mutamento, grazie all’evoluzione dei singoli esercenti che non cercano soltanto il particolare. Una bottiglia di vino (accompagnata da un buon piatto) restituisce l’abbraccio di un’intera comunità.