L’abbattimento delle barriere architettoniche e non solo per la piena libertà dei cittadini

Chi lavora nel mondo della pubblica amministrazione sa che gli ultimi anni hanno visto una particolare attenzione ai temi della diversità e dell’inclusione. Non si tratta, come qualcuno pensa, di moda, ma di un reale bisogno di rendere città, edifici e spazi pubblici davvero accessibili a tutti. Le barriere architettoniche sono il primo e più evidente ostacolo alla mobilità e alla piena autodeterminazione delle persone con disabilità, ma non sono l’unico argomento da affrontare per chi voglia davvero rendere gli spazi sicuri e inclusivi.

Non solo rampe e montascale per persone con disabilità

Il primo passo, in ogni progetto di accessibilità urbana, è l’abbattimento delle barriere architettoniche visibili. Quindi la creazione di rampe che rispettino i requisiti di pendenza e sicurezza, l’installazione di montascale per disabili che garantiscano gli spostamenti, l’eliminazione di paletti e cordoli sui marciapiedi e i parcheggi che impediscono il passaggio di persone in sedia a rotelle. Ma questi sono solo alcuni degli interventi concreti che possono rendere la città davvero accessibile. Bisogna ripensare tutti gli spazi della mobilità urbana, le aree verdi, i parchi, gli edifici di interesse pubblico. E lavorare affinché tutti abbiano la possibilità di raggiungere tutti gli spazi della propria città.

Non basta una rampa, un bagno attrezzato o un montascale per disabili a rendere un edificio accessibile. Altre barriere sono invisibili e più complesse da eliminare. Ci sono dipendenti e funzionari in grado di parlare la lingua dei segni? Materiali informativi adatti a chi abbia disabilità uditive o visive? Luoghi sicuri per le persone con neurodivergenze che hanno bisogno di riparo da luci e suoni troppo forti? Si tratta di tutta una serie di ostacoli che non sono immediatamente visibili, ma che complicano la vita quotidiana di chiunque abbia una disabilità. Senza poi parlare delle disabilità invisibili o dinamiche che richiedono la presenza di posti a sedere e bagni accessibili, soprattutto nei luoghi pubblici.

Come rendere più accessibile un edificio, partendo dal montascale e proseguendo con altri interventi

Il montascale per persone con disabilità dovrebbe essere sempre presente in ogni edificio pubblico o esercizio commerciale che non abbia un ascensore (o il cui ascensore sia troppo stretto per una persona in sedia a rotelle o con altri ausili alla mobilità). Si tratta di elementi mobili dotati di una pedana abbastanza ampia per contenere la sedia a rotelle e abbastanza resistente da trasportarne il peso insieme a quello della persona che la usa. Sono poi dotati di maniglioni, cinture di sicurezza e superfici antiscivolo per garantire spostamenti assolutamente sicuri alle persone con disabilità. Possono essere gestiti dal diretto interessato o dal suo accompagnatore, con comode pulsantiere e telecomandi. Indispensabili soprattutto negli uffici, sono sempre più richiesti anche in centri commerciali, negozi e studi, soprattutto quelli che si trovano in edifici storici che non possono prevedere l’installazione di un ascensore.

Ma gli interventi di inclusione non si fermano qui. Oltre al montascale per persone con disabilità, è necessario installare anche dei bagni a norma e consentire il parcheggio libero e più vicino possibile a chi è dotato di Disability Card o CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo). Il passo successivo è quello di occuparsi delle disabilità sensoriali. La LIS (lingua italiana dei segni), i materiali informativi in braille, i percorsi guidati (compresi quelli d’emergenza) per chi ha una disabilità visiva, i cartelli grandi e ben visibili per chi invece è affetto da sordità, e tutte quelle attenzioni specifiche per assicurare un servizio inclusivo e rispettoso a ogni cittadino sono indispensabili. Oltre a tutto questo, il cambio di mentalità è il più grande degli interventi da effettuare: corsi sul linguaggio inclusivo, su come comportarsi con una persona con disabilità (per esempio, evitando di toccare la sedia a rotelle se non dopo aver chiesto il permesso) e soprattutto sull’abbattimento degli stereotipi saranno sempre l’arma più importante.

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