La diversificazione è una strategia considerata fondamentale nell’ottica di una razionale gestione del proprio portafoglio finanziario.
Si tratta di una strategia basata sul principio che i rendimenti dei diversi asset hanno un andamento variabile poiché dipendono da una grande varietà di fattori (settore, area geografica, caratteristiche delle diverse società, andamento generale dell’economia, politiche delle banche centrali ecc.).
Lo scopo fondamentale della diversificazione del portafoglio è quello di ridurre, nei limiti del possibile, il rischio di perdite significative causate da un notevole ribasso di uno specifico asset (per esempio una criptovaluta o le azioni di una determinata società).
Cos’è un portafoglio diversificato?
Un portafoglio diversificato si ottiene investendo su asset anche molto diversi fra loro. Tra quelli più comuni si ricordano le azioni, i titoli di Stato italiani ed esteri, i metalli preziosi (oro, argento, platino e palladio), gli ETF (Exchange Traded Fund, fondi negoziati in Borsa), i metalli industriali (rame, alluminio, nichel), i prodotti agricoli (grano, caffè, soia) e anche le valute, tramite l’attività di forex trading (ovvero la negoziazione di coppie di valute sul mercato globale; il termine “forex” sta per Foreign Exchange).
Negli ultimi anni, nei portafogli trovano sempre più spazio asset altamente speculativi come le criptovalute (Bitcoin, Ethereum, Solana, Cardano ecc.), ovvero valute digitali decentralizzate, basate sulla tecnologia blockchain.
Perché la diversificazione riduce il rischio di perdite?
La strategia di diversificazione del portafoglio viene spesso descritta con una nota espressione popolare: “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”.
È un concetto indubbiamente semplice, ma non semplicistico e ritenuto molto efficace. Come accennato in apertura, il suo principale obiettivo è quello di ridurre quanto più possibile l’impatto dell’andamento negativo di un singolo asset.
Infatti, un portafoglio composto da strumenti finanziari che non hanno particolari correlazioni tra loro è sostanzialmente più stabile e, di conseguenza, reagisce meglio alle oscillazioni dei mercati. In altri termini, le eventuali perdite di alcuni investimenti possono essere compensate dai guadagni relativi ad asset diversi. Si crea cioè una sorta di “compensazione”.
Per esempio, molto spesso, quando i mercati azionari attraversano una fase negativa, i titoli di Stato a lunga scadenza oppure i metalli preziosi come l’oro e l’argento tendono a salire, perché gli investitori cercano investimenti ritenuti più stabili e sicuri.
Il ribilanciamento del portafoglio
Quando si parla di diversificazione finanziaria è importante anche ricordare la strategia di ribilanciamento del portafoglio. Con questa espressione si fa riferimento a un riallineamento dei vari investimenti per riportare i diversi asset (azioni, obbligazioni, materie prime ecc.) nelle proporzioni desiderate.
Il ribilanciamento è un processo necessario perché, con il passare del tempo, il valore dei vari strumenti d’investimento tende a cambiare in seguito alle inevitabili oscillazioni dei diversi mercati finanziari.
Per esempio, se inizialmente si è deciso di allocare il 50% del proprio portafoglio in azioni e il resto in altri asset a più basso livello di rischio, dopo alcuni anni potrebbe essersi creata una situazione diversa, per esempio un portafoglio con una quota azionaria del 65%, con un aumento del rischio complessivo.
Con il ribilanciamento del portafoglio si torna all’equilibrio iniziale, riportando il proprio portafoglio al profilo desiderato.