Algòmera, un esempio Great Place To Work nel digitale

Great Place To Work: il feedback che guida il lavoro sostenibile delle imprese italiane
Quando si parla di sostenibilità, il primo pensiero va spesso all’ambiente e alle risorse naturali. Ma il vero punto di svolta, oggi, passa anche dal lavoro: la capacità di costruire organizzazioni in cui il benessere delle persone è parte integrante della strategia di crescita e innovazione. In un’Italia dove l’engagement dei lavoratori resta tra i più bassi d’Europa (dati Gallup 2024), investire sul capitale umano è la leva competitiva decisiva, soprattutto per chi opera nel digitale.
La certificazione Great Place To Work sta emergendo come uno strumento concreto e sempre più diffuso per misurare e guidare questa trasformazione. Non si tratta solo di un riconoscimento, ma di un percorso che mette le persone davvero al centro, misurando clima interno, fiducia, inclusione e senso di appartenenza. L’impatto è tangibile: le aziende certificate registrano performance migliori, maggiore attrattività per i talenti e una capacità superiore di affrontare il cambiamento.
Nel settore tech, questa attenzione non è un dettaglio: l’innovazione nasce dalla collaborazione, dalla creatività e dal benessere di team eterogenei, capaci di integrarsi e generare valore. Ed è qui che realtà come Algòmera grazie a questo importante feedback stanno mostrando la direzione. La software house italiana, ha infatti ottenuto la certificazione Great Place To Work proprio perché ha saputo trasformare la cura per le persone in un vantaggio competitivo.
Per Algòmera, il processo di certificazione è stato l’occasione per rileggere e rafforzare la propria cultura aziendale. Attraverso il Trust Index – che raccoglie in forma anonima il punto di vista dei dipendenti su fiducia, rispetto, orgoglio e collaborazione – l’azienda ha potuto individuare i punti di forza e agire sulle aree di miglioramento, mettendo in atto azioni concrete per valorizzare competenze, ascolto e partecipazione.
Il COO e co-founder di Algòmera Francesco Buongiorno lo sintetizza così:
“Nel digitale tutto corre, ma a fare la differenza sono sempre le persone. Per noi, la certificazione Great Place To Work è uno stimolo continuo a investire su trasparenza, coinvolgimento e crescita condivisa. È un impegno verso chi lavora con noi, ma anche verso chi entrerà a far parte del team in futuro.”
Non è una questione di immagine, ma di impatto reale: la certificazione diventa un importante feedback “abilitante” per consolidare la fiducia interna, attrarre talenti e posizionarsi tra le imprese che puntano su innovazione e sostenibilità sociale. Un percorso che, proprio nelle imprese che lavorano nel digitale, può fare la differenza tra un’organizzazione che resiste e una che cresce.
Il mercato oggi cambia rapidamente e le tecnologie – dall’IA ai nuovi modelli di lavoro – pongono sfide inedite, la capacità di essere riconosciuti come Great Place To Work è sempre più un vantaggio strategico. Algòmera dimostra come la certificazione, se vissuta come opportunità di crescita, possa diventare un driver di sviluppo sostenibile per tutto il sistema delle imprese italiane.
Basti pensare che secondo l'analisi di Great Place to Work Italia, nel 2024 le organizzazioni certificate hanno registrato una crescita media dei ricavi del 28%, a fronte di un incremento dello 0,6% rilevato dall'Istat per il settore industria e servizi .
Questo divario non è casuale: nasce da ambienti in cui le persone si sentono ascoltate, coinvolte e motivate a contribuire. La certificazione Great Place To Work, quindi, non è solo un riconoscimento simbolico, ma uno strumento concreto per costruire imprese più resilienti, innovative e capaci di generare valore duraturo.