Smascherato da un riccionese: il disturbatore Paolini va in carcere

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“Smascherato” anni fa da un fotografo di Riccione e dai carabinieri, il disturbatore televisivo Gabriele Paolini è finito ieri in carcere a Rieti per scontare un cumulo di pena fino a otto anni per una serie di reati commessi nel tempo. Volto noto ai telespettatori per le sue incursioni in diretta, il quarantasettenne è stato arrestato in esecuzione di un ordine della Corte di appello di Roma. La condanna più grave (a cinque anni), divenuta definitiva, è quella che scaturisce dalla originaria vicenda romagnola. È stato riconosciuto colpevole di induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l’imputato, per superare le resistenze di ragazzi minorenni, offriva soldi e regali convincendoli anche a filmare i rapporti. La vicenda esplose nel novembre del 2013, a partire da una segnalazione partita proprio dalla Romagna, poche settimane prima.

A smascherare le attività “proibite” di Paolini fu il dipendente di un importante laboratorio di fotografia industriale dell’area artigianale di Riccione. Il tecnico, nel rielaborare le immagini, riconobbe la faccia di Paolini, familiare per chiunque segua i notiziari televisivi. Con lui, però, nudi e impegnati in atti sessuali c’erano dei ragazzi molto giovani. La circostanza venne immediatamente segnalata ai carabinieri. I militari sequestrarono 80 scatti inviati al laboratorio riccionese da un negozio di via Nomentana a Roma (una spedizione via mail per la stampa). A consegnare la la “chiavetta” con le foto e alcuni video ancora da masterizzare era stato direttamente Paolini. Spuntarono così anche dei video girati nella cantina dell’abitazione romana dell’uomo. Nelle registrazioni c’erano anche le fasi della contrattazione. Ai 16enni coinvolti nei giochi erotici (quelli immortalati negli scatti hard ritrovati a Riccione) i carabinieri di Roma, ai quali passò la competenza dell’inchiesta, ben presto diedero un nome e un cognome. Dai loro interrogatori, poi, scaturirono le prime conferme. Paolini, in passato, protagonista anche in riviera di distribuzione di profilattici tra gli ombrelloni, tuffi nudo nella fontana dei Quattro cavalli durante il Meeting e altre amenità varie, raccontò pubblicamente di essere stato violentato a Riccione da un uomo quando era un ragazzo.

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