Smaltimento rifiuti, discariche piene: Ravenna maglia nera in Regione

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Tanti, troppi rifiuti sfuggono alla raccolta differenziata finendo in discarica. Ravenna incassa una sonora bocciatura da Legambiente. Gli abitanti del comune bizantino fanno peggio di tutti gli altri capoluoghi emiliano-romagnoli accumulando una media pro-capite di 270,8 chili di rifiuti destinati allo smaltimento. La percentuale di raccolta differenziata del comune ravennate si assesta su un magrissimo 61,3%. La vicina Forlì, dove la raccolta porta a porta è ben più diffusa, risulta il capoluogo più virtuoso con il raggiungimento del 79,4% della raccolta differenziata e soli 87,3 kg di rifiuti a smaltimento per abitante. «Nell’intera provincia di Ravenna – commentano i curatori dell’Ecoforum Emilia-Romagna 2021, che si è concluso ieri con la contestuale premiazione Comuni Ricicloni – non si raggiunge nemmeno l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato in Italia per il 2012, si smaltisce il doppio di quanto prevede il Piano regionale, e nessun Comune ha applicato la tariffa puntuale». La scarsa sensibilità sul territorio ravennate è visibile ogni giorno di fianco ai cassonetti dell’immondizia che spesso vengono presi per discariche a cielo aperto dove appoggiare qualsiasi cosa sia di impaccio.

Numeri in ribasso

La quattordicesima edizione dell’Ecoforum ha preso in considerazioni i dati forniti da Arpa per l’anno 2020 e la classifica tiene conto del residuo secco avviato a smaltimento e non della percentuale di raccolta differenziata che comunque viene inserita come raffronto tra i diversi comuni. L’indagine elabora i dati non solo a livello comunale, ma anche provinciale. In una tabella riepilogativa dei rifiuti avviati a smaltimento per provincia (dati Arpae Emilia Romagna) Ravenna conferma purtroppo l’ultima posizione con 290,8 kg di indifferenziato pro-capite e il 57,4% di raccolta differenziata conseguita. Il territorio, che conta 388.438 abitanti, nel corso dell’anno ha prodotto complessivamente 279.152.556 kg di rifiuti. Il Piano Rifiuti regionale prevedeva un obiettivo generale di 150 kg di rifiuti per abitante; rispetto alla raccolta differenziata era previsto un obiettivo del 73%, differenziato tuttavia per tipologia di territorio: 65% in zone di montagna, 70% in comuni della costa e capoluoghi, 79% per gli altri. «Sulla gestione dei rifiuti urbani – concludono i curatori – si registrano ancora notevoli differenze fra le amministrazioni della regione, che si divide tra territori eccelsi e promotori di ottime pratiche di prevenzione e comuni con performance rimaste agli obiettivi di dieci anni fa».

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