Simona Ventura sposa a Rimini: "Per noi è il posto del cuore"

Rimini

C’è la città della “Dolce vita” nella “rosa” delle possibili location del matrimonio tra Simona Ventura e il giornalista Giovanni Terzi. «Anche se abbiamo già stabilito tutto, non vogliamo dare comunicazioni ufficiali - ammette il futuro sposo di “Super Simo” - ma Rimini, per noi, è un “luogo del cuore”, per cui non escludo che il nostro matrimonio si celebrerà proprio lì».

Qualche giorno fa, infatti, era stata proprio la Ventura a dichiarare al settimanale “Chi” di essere in procinto di sposare il giornalista Terzi, e che il luogo di celebrazione del matrimonio sarebbe stato, probabilmente, Rimini. «Rimini è certamente un posto del cuore per noi - ha affermato infatti la conduttrice televisiva - e posso dire che ci sposeremo prima di quanto possiate immaginare. Del resto, avevamo già una data fissata, e che poi è saltata. Ma, appena si potrà stare senza mascherina, lo faremo».

Inoltre Simona Ventura in giugno ha scelto proprio Rimini per “festeggiare” la fine del lockdown.

Giovanni Terzi, conferma le indiscrezioni trapelate dalla sua futura moglie su Rimini come location delle nozze?

«È una cosa che ha detto Simona, e c’è una possibilità. Ma al momento non vogliamo fare comunicazioni ufficiali. Di certo, Rimini per noi è un luogo del cuore e ci torneremo ancora, prima della fine dell’estate. Parteciperemo anche all’evento della terrazza della Dolce vita durante la Settimana Rosa, a cui non potevamo mancare».

Perché siete così legati alla nostra città?

«Io personalmente, perché vengo a Rimini tutti gli anni da quando sono nato. Prima con i miei genitori e poi con la mia famiglia, ogni estate, e a volte anche d’inverno, venivano al Grand Hotel per trascorrere le vacanze. Gli Arpesella, infatti, li conosco da quando ero bambino. Sia con Lavinia che Peter, siamo amici d’infanzia. Considero infatti il Grand Hotel come la mia casa di adozione. E poi Rimini è una città pazzesca, che pochi conoscano bene, perché non è solo movida e divertimento, ma è anche arte e storia. Ci vivrei serenamente anche d’inverno».

Cosa ama di più di Rimini?

«È difficile dire, io sono follemente innamorato della Romagna. Credo che sia il luogo più bello d’Italia. Oltre al centro, con il borgo San Giuliano e il Ponte di Tiberio, amo anche anche le colline Covignano, i borghi Verucchio, Santarcangelo e San Leo. È un territorio straordinario, in cui io sto bene, inizio anche ad avere la cadenza romagnola, dopo qualche giorno che sono in riviera».

Qual è il primo ricordo che le viene in mente se pensa alle estati trascorse al Grand Hotel?

«È un ricordo degli anni ’70, di un signore che era un ammiraglio paralizzato, perché una scheggia di bomba l’aveva colpito, dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Se ne stava lì, sulle scale vicine al Lady Godiva, in piedi anche se paralizzato, sorretto da due stampelle, e salutava tutti. È qualcosa di emblematico, a cui sono legato. Mi piace talmente tanto la vostra città, che il mio prossimo libro è ambientato a Rimini. Non voglio svelare il titolo, ma posso dire che parlerà di donne».

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