Sigep, sciopero trasporto pubblico: i sindacati spiegano le ragioni

Rimini

RIMINI. Non la vedono allo stesso modo, la faccenda dello sciopero. Le ragioni addotte dalle sigle dei sindacati riminesi dei trasporti Filt, Fit, Uilt, Faisa, Ugl, Usb per lo sciopero di quattro ore in programma per domani mattina sono: evitare l’armonizzazione contrattuale al ribasso e tutelare la sicurezza dei conducenti. Proprio le motivazioni della contestazione sindacale, spingono Start Romagna a replicare, indicando qual è esattamente la propria posizione in merito allo sciopero che coincide con l’inaugurazione del Sigep. Start e sindacati oggi si incontrano per cercare di trovare un accordo ed evitare la protesta.

Economicamente insostenibile

«La richiesta costante, alla quale i nuovi vertici aziendali insediatisi nell’estate 2019 stanno assistendo - dichiarano da Start - è quella di veder riconosciuti, a favore di un’area, benefit propri di altre aree, mantenendo comunque le condizioni e i benefit di partenza». Come spiegano da Start, infatti, «tra Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini sono presenti contratti locali, ognuno dei quali riconosce ai dipendenti dei benefit rispetto al contratto nazionale, che sono diversi da bacino a bacino». Accogliere tutte le richieste, dunque, secondo Start, «genera per l’azienda una situazione economica insostenibile».

Disparità contrattuali

Al contrario, secondo i sindacati, le diverse condizioni lavorative dei dipendenti di Start generano un «ambiente di lavoro poco sereno e secondo noi poco equo». «Dopo otto anni di trattative - affermano invece i sindacalisti, ricordando che Start è stata costituita nel 2012 - non si è ancora arrivati a un’armonizzazione degli accordi di secondo livello».
Disparità contrattuali, dunque, in merito alle quali i sindacalisti chiamano in causa, oltre all’azienda, anche il Comune di Rimini, insieme a quelli di Forlì, Cesena e Ravenna, nei quali ravvisano l’intenzione di «armonizzare al ribasso tutti gli accordi esistenti». «Vogliamo che la collettività capisca bene il problema - spiegano i sindacati - altrimenti rischiamo di far apparire “antipatici” dei lavoratori che guadagnano meno di un operaio appena assunto, circa 1.100 euro al mese, che lavorano 6 giorni su 7 compresi i festivi e le domeniche, con una patente professionale che costa tante migliaia di euro e comporta tante responsabilità».

Il braccio di ferro

Tra i punti della vertenza, c’è infatti anche la «sicurezza del viaggio: cioè, come si devono comportare i vari attori, passeggeri, conducente, azienda, per fare in modo che tutti abbiano presente e chiaro il proprio compito e ben definiti i confini delle responsabilità».
Nel chiarire le ragioni che hanno portato a indire lo sciopero, le sigle sindacali ricordano che «tutto ciò è in piedi da oltre un anno, ma né il Comune di Rimini, che in un incontro in Prefettura aveva dichiarato l’impegno ad aprire un tavolo, né Start, né nessun altro, vogliono portare avanti la discussione». «Solo in Provincia di Ravenna - precisano - si sta lavorando in modo serio per avere un protocollo chiaro e volto a migliorare il servizio».
Tra le altre questioni da risolvere, i rappresentanti dei lavoratori indicando anche quella delle «6mila giornate di ferie» accumulate dai dipendenti, che tuttavia «non riescono ad usufruire del riposo nel momento in cui ne hanno la necessità».

In merito alla settimana lavorativa, invece, i dirigenti di Start ribadiscono che «non si può neppure sottacere sul fatto che i turni di lavoro si sviluppano anche con cicli di 5 giorni lavorativi e uno di riposo» e sulle patenti di guida rammentano che «in virtù dei nuovi accordi sottoscritti in Start, vengano sostenuti dall’azienda a favore del personale di tutti i bacini».
Nel trarre le conclusioni, i sindacati ribadiscono che «le motivazioni dello sciopero sono volte a migliorare il servizio per la cittadinanza, a ottimizzare l’impianto aziendale e chiaramente alla tutela di tutti i lavoratori, che attualmente vivono e lavorano in un ambiente di lavoro poco sereno e secondo noi poco equo». Ragioni per cui si dichiarano «convinti che debba essere aperto un tavolo di confronto con la proprietà».
Tra gli argomenti puntualizzati da Start, che ribadisce la propria disponibilità al confronto, c’è infine quello dello sciopero di domani, sul quale dichiarano che «non sono accettabili forzature come il sistematico ricorso allo sciopero in concomitanza di eventi nei quali il trasporto pubblico assume un valore decisivo, così come rivendicazioni di carattere economico che non considerino mai il contesto nazionale e locale nel quale l’azienda opera».

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