Il Sigep 2020 di Rimini nel nome di Fellini e dei suoi 100 anni

Rimini

RIMINI. Se Sigep 2020 si potesse riassumere in un gusto, sarebbe quello dei frutti tropicali. Il suo “padrino”, invece sarebbe Federico Fellini, che alla vigilia dei suoi 100 anni ha “conquistato” anche la torta inaugurale della 41ª edizione. Tra l’odore del cioccolato, la fragranza del pane appena sfornato e i colori sgargianti dei gelati in mostra nelle vetrine degli stand, ieri pomeriggio è stato sancito il via ufficiale alla kermesse internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione e caffè che ha portato tra i padiglioni della fiera 1.250 aziende provenienti da oltre 30 Paesi.

A tagliare il nastro, insieme al presidente di Italian exhibition group, Lorenzo Cagnoni, il ministro Dario Franceschini, il sindaco Andrea Gnassi, l’assessora regionale Emma Petitti e il presidente dell’agenzia Ice Carlo Ferro. «Il settore del food è un segmento determinante della cultura e dell’identità italiana. Oggi i grandi flussi turistici si muovono alla ricerca di arte o di cultura, di shopping o di moda, di cibo o enogastronomia». Aprendo la presentazione della kermesse internazionale che ha portato a Rimini le specialità dolci e salate di gran parte del mondo, il ministro della cultura e del turismo Dario Franceschini ha fatto appello proprio alle qualità che hanno reso celebre il Belpaese nel mondo. Qualità che, come ha sottolineato Franceschini, «in Italia sia traducono in eccellenze in ogni campo. E Rimini, in particolare, è oggi l’insieme di tutto ciò che l’Italia deve potenziare per crescere: tradizione unita all’innovazione e turismo allacciato anche alle bellezze dell’arte, della cultura e delle tradizioni».

Ti voglio esotico

Il sole dei Paesi latino americani risplende nelle vaschette di gelato, nella glassa delle torte e nei bicchieri di smoothies ghiacciato. Frutti come il mango, l’avocado, la papaya, il litchi, o la bacca Açai hanno infatti guadagnato il posto d’onore nella lista degli ingredienti di tante preparazioni. Proprio la bacca açai, originaria del Brasile, è infatti la regina della “açai bowl” di Natfood, la ciotola di frutta interamente vegetale che ambisce a sostituire yogurt e latticini nelle colazioni e negli spuntini proteici. «Frullando le bacche con mezza banana schiacciata si ottiene un composto cremoso color cioccolato da gustare insieme a muesli e fette di banana» spiegano dallo stand preso d’assalto da curiosi e golosi. Mac Tre, invece, propone i nuovi gusti di gelato a base di purea di litchi, un frutto originario della Cina, insieme a preparazioni più ricche e meno “green”, come il gusto “crococó”, a base di crèpes all’uovo o il Ciuri ciuri, con croccantini di arachidi e variegato di arachidi, o ancora, il Ruby: cioccolato bianco colorato di rosa. Anche il bolognese Fabbri cede al gusto dell’esotico, con il gelato novità dell’anno a base proprio di avocado e il variegato “cedro e curcuma”.

Dolcissima arte

A infondere vena artistica nei dolciumi ci ha pensato il mastro cioccolatiere Antonio Le Rose e i geni creativi di Fugar. Si chiama proprio “Arte nell’arte” il progetto del “mago del cioccolato” che «da ben 50 anni», come racconta Le Rose, lavora il cioccolato «con passione e dedizione, dedicandogli la vita». Con la pratica acquisita negli anni, oggi Le Rose spiega di «occuparsi di realizzare veri e propri elaborati artistici, come il dettaglio di una moschea o di un palazzo veramente esistente, inserendo al suo interno un dipinto celebre, come quelli di Klimt, di Modigliani o di Frida Kalo». Arte e storia sono gli ingredienti principali anche della linea di Fugar intitolata “I pasticci di Leonardo”, ispirata proprio al manoscritto in cui il genio fiorentino aveva appuntato ricette di dolci dagli ingredienti piuttosto singolari. «I nomi dei pasticci ricordano i momenti salienti della vita di Leonardo oppure le sue opere - spiegano dallo stand di Fugar - ad esempio, il gusto “I cenacoli” ricorda l’ultima cena ed è fatto con una pasta a base di datteri con cremino al melograno. Oppure il “Monna Lisa", un gelato al gusto di cannella e cremino allo zabaione».

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