Sideri esordisce con "Ernesto faceva le case"

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Libero ed Edera, classe 1880 e 1881, sono i capostipiti di una dinastia che si dirama nelle campagne romagnole, tra mezzadri e braccianti, tra lotte sindacali e chi ha scelto da che parte stare, senza tentennamenti. Storie di preti e di anarchici che si ritrovano in una cantina a bere vino rosso, di amori che si misurano sulla forza di un pugno, di partigiani e nomi di battaglia, di fuitine, preti e suore che pedalano. E, soprattutto, di galantuomini, ché una stretta di mano sugella più di un contratto.

A squarciare l’incanto quasi soporifero di quelle terre c’è la forte risata del protagonista, Ernesto.

Ernesto faceva le case è il titolo del primo romanzo del regista e drammaturgo ravennate Eugenio Sideri, uscito da un paio di mesi per Pendragon. Una saga familiare tutta romagnola dove si intrecciano la piccola e la grande storia. La sua prima opera di narrativa dopo testi teatrali come Orazione epica (2019, Fernandel).

È lui, Ernesto, che, sbattendo il pugno sul tavolo, tiene le fila dei racconti, narrazioni familiari che vanno a dipanare la matassa intricata della sua gente. Complicata e resistente, come gli Stringos, appellativo dialettale romagnolo per definire “i lacci” (quelli delle scarpe, ma ancor più, nel nostro caso, dell’intera gens, antico ancor più dei cognomi).

Domani alle 18, alla Sala Strocchi di Ravenna, si terrà la prima presentazione ufficiale del volume. L’incontro, in presenza, sarà introdotto da Guido Ceroni e moderato da Alberto Cassani che dialogheranno con l’autore, intervallati da letture dal romanzo a cura dell’attore Enrico Caravita (Lady Godiva Teatro).

Per prenotazioni: pdcircoloprimacirc@gmail.com

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