Siccità e smog, l'esperto: "Su Ravenna una bolla di aria inquinata"

Ravenna

RAVENNA - La combinazione di assenza di pioggia e della permanenza di un fronte di alta pressione ha prodotto un aumento della concentrazione di inquinanti nell’aria in tutta la pianura Padana. Nemmeno Ravenna, che dista pochi chilometri dal mare, viene risparmiata. «Viviamo da giorni sotto una grande cappa – spiega il meteorologo Pierluigi Randi -. È come se sopra di noi ci fosse un enorme tappo. Il fronte di alta pressione fa in modo che l’aria si sposti dall’alto verso il basso, impedendo agli inquinanti di disperdersi. È come se le sostanze nocive rimanessero intrappolate su un fronte che varia dai 50 ai 100 metri d’altezza da terra. Il fenomeno si presenta nei mesi autunnali e invernali ed è associato a venti molto deboli».

Chiediamo come mai Ravenna non benefici in maniera sensibile della presenza dell’Adriatico: «La città è vicina al mare e in parte ne risente in maniera positiva – spiega Randi -. Già nelle aree del Lughese, ad esempio, la qualità dell’aria, a queste condizioni, è sensibilmente peggiore. A giocare a sfavore di Ravenna, però, c’è il fatto che, per gran parte dei mesi invernali, in pianura Padana predomina una brezza che spira da ovest verso est, vanificando in parte gli effetti benefici del mare. Questo succede perché, in questo periodo dell’anno, l’aria in corrispondenza della pianura Padana è più calda rispetto a quella in prossimità del mare, per cui le correnti avanzano verso l’Adriatico». Dopo giorni di alte concentrazioni di Pm10 nell’aria, le condizioni sembrano migliorate e la Regione Emilia Romagna ha deciso di fare rientrare l’allerta smog in tutte le province. Le limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino a diesel euro 4) e gli altri provvedimenti emergenziali non sono più attivi a partire da oggi.

Oltre alla qualità dell’aria, preoccupa la scarsità di precipitazioni in tutta Italia. Se sulle Alpi gli sciatori si devono misurare con piste ben poco innevate, in pianura Padana a piangere sono i grandi fiumi. Le rilevazioni di Pierluigi Randi mostrano un territorio ravennate in controtendenza. Le precipitazioni del mese appena trascorso sono in linea con le medie del periodo: «A gennaio sono caduti circa 40 millimetri di pioggia - spiega l’esperto -. Siamo nella normalità, anche se si registra una distribuzione anomala delle precipitazioni. Dopo i primi giorni piovosi del 2022, non si è più vista una goccia. Questa situazione ci preoccupa soprattutto perché arriviamo da un 2021 particolarmente avaro di piogge. Se ne sono registrate il 40% in meno e la speranza di tutti sarebbe di recuperare il deficit. Invece, dopo alcuni segnali incoraggianti, il problema è tornato e i terreni, se continua così, potrebbero soffrirne. Per ora non si vedono cambiamenti all’orizzonte, almeno per i prossimi sette giorni. Le correnti atlantiche sono bloccate da un sistema di alta pressione che insiste su Francia, Inghilterra e Spagna e che è molto difficile da smantellare».

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