Ravenna, si cercano le impronte sui soldi trovati al medico No Vax

Archivio

A caccia delle impronte digitali dei pazienti no vax sulle banconote trovate nelle tasche del dottor Mauro Passarini al momento del sopralluogo nel suo ambulatorio di Marina di Ravenna. E’ la direzione presa dalla Procura di Ravenna, per dimostrare la fondatezza dell’ipotesi che il medico di base 64enne, arrestato per peculato, falso ideologico e corruzione, si sia fatto pagare in cambio di finte vaccinazioni anti Covid, consentendo così di ottenere green pass falsi.

Incaricata la Scientifica

L’incarico sarà affidato domani alla Polizia Scientifica di Bologna. Oltre al 64enne, assistito dall’avvocato Carlo Benini, ne sono state informate anche le altre due persone finora indagate; vale a dire un poliziotto (tutelato dallo stesso difensore) già seguito dal dottore, che su sua richiesta si sarebbe prestato a verificare lo stato delle indagini all’indomani del sequestro negli ambulatori; e un 45enne di Belluno (difeso dall’avvocato Silvia Brandolini), dichiaratamente contrario al vaccino, che con la compagna avrebbe organizzato due “gite” al mare insieme alla figlia minorenne, per ricevere le dosi fittizie di siero contro il virus. L’ipotesi formulata dal sostituto procuratore Angela Scorza è che proprio quest’ultimo abbia pagato la bellezza di 1.555 euro in contanti al medico di base compiacente per ottenere la finta certificazione per sé, per la nuova compagna e per la figlia inconsapevole dell’accordo, l’unica ad avere ricevuto effettivamente a una puntura di acqua. Erano pronti tutti e tre per la seconda dose lo scorso 17 ottobre, quando, di domenica, sono stati fermati dagli investigatori all’uscita dello studio del medico, 13 minuti appena dopo essere entrati. E proprio nel corso di quel blitz sono state sequestrate le banconote dalle tasche del 64enne, trovando poi due flaconi di vaccino pieni d’acqua, uno semi aperto, e successivamente altri 13 contenitori di Pfizer intonsi ma ormai da buttare perché tenuti fuori frigo nell’altro ambulatorio di Ravenna.

Test anticorpali

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti, Passarini ha giurato di non avere mai preso soldi dai pazienti che chiedevano finte inoculazioni di siero, indicando come realmente vaccinato solo un terzo dei 79 pazienti titolari dei green pass sequestrati (poi divenuti 84, fra i quali anche 7 sanitari). Tuttavia, nell’elenco dei presunti vaccinati, il dottore avrebbe inserito anche la minorenne bellunese, le cui analisi sierologiche non avrebbero riscontrato tracce di anticorpi nonostante la doppia dose certificata. Stesso risultato anche per 69 dei 70 pazienti che, ad oggi, hanno accettato di sottoporsi al test anticorpale.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui