Settimana di lavoro di 4 giorni: San Marino apre alla svolta storica

A San Marino si apre il dibattito sulla settimana corta di quattro giorni nei luoghi di lavoro. A lanciare la proposta è la Cdls pronta ad analizzare i pro e i contro di quella che sarebbe una grande rivoluzione.

La Cdls

«In linea con le esperienze formative che hanno coinvolto i membri del nostro direttivo in materia di Innovazione tecnologica, Industria 4.0 e Smart Working, dal prossimo mese di maggio partirà un progetto di formazione dedicato alla settimana breve – spiega il segretario della Flia Cdls, Paride Neri –. Si tratta di un percorso di studio, principalmente incentrato sull’analisi delle differenti esperienze europee riguardanti l’adozione della settimana di lavoro di quattro giorni in rapporto con la realtà produttiva di San Marino». L’obiettivo è capire bene cos’è, come funziona e cosa succede in Europa per avere in mano un preciso piano di studio e valutare come procedere. «In Belgio, Spagna, Islanda e Regno unito – chiarisce il sindacato – la settimana corta è già usata e anche agevolata da specifiche normative, mentre nella vicina Italia siamo di fronte a sperimentazioni per lo più legate a contratti aziendali o a iniziative unilaterali delle imprese”. Come sempre, sottolinea il segretario della Federazione Lavoratori Industria della Cdls «l’approccio pragmatico e libero da ogni preconcetto ideologico consentirà uno studio obiettivo di questo fenomeno crescente in molte parti del mondo, spesso adottato in via sperimentale da aziende e governi. Un modello innovativo in cui il dogma del rapporto tra orari di lavoro e produttività pare perdere forza e dare vita a esperienze interessanti con vantaggi sia per l’attrattività delle imprese, sia per la qualità della vita dei lavoratori».

Usl

Non è contraria l’Unione sammarinese dei lavoratori (Usl) che però fa notare: «Ben vengano tutti i ragionamenti legati a una nuova formula che permetta ai lavoratori di guadagnare più tempo e dunque nuovi diritti. Una formula che tuttavia va studiata con attenzione perché non venga avanti uno scenario che in questi anni troppe volte abbiamo dovuto combattere, ovvero quello in cui si sbandierano nuovi diritti per toglierne altri, altrettanto fondamentali e irrinunciabili. Il grave rischio che corrono i lavoratori oggi è di perdere i diritti conquistati e il sindacato porta avanti ogni giorno le sue azioni proprio per evitare che ciò accada». Per il segretario generale Usl, Francesca Busignani sottolinea che «accanto alla cosiddetta settimana corta, dove chiaramente il salario non deve essere ridotto, ci vuole quel salto mentale tale che le persone si riapproprino della qualità e dell’importanza del loro tempo libero». Usl auspica che su questo tema «si avvii presto un confronto perché non vi siano passi avanti che di fatto lascino indietro i lavoratori e i loro diritti».

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