Settanta anni fa la scomparsa della leggenda Dario Ambrosini

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VALENTINO SILIGHINI

Il motociclismo è uno sport e una passione che riserva anche grandi pericoli. Nell’era moderna sono stati sempre meno i piloti che hanno vissuto gli ultimi istanti di vita in sella: grazie anche ad una maggior sicurezza dei tracciati ed alle protezioni individuali.

Ma settantanni fa il motociclismo era ancora spesso anche una sfida per la vita. Ed oggi, 70 anni fa, la morte si è portata via un grande campione cesenate come Dario Ambrosini.

Era il 14 luglio 1951.

Abituato fin da piccolo a vivere in campagna tra trattori e mietitrebbie, Ambrosini si era appassionato al rombo ed alla logistica dei motori facendone diventare prima un passatempo e poi un lavoro. Iniziò a intraprendere il mestiere di meccanico nella concessionaria locale della Moto Guzzi, poi le sue scelte lo portarono a salire in sella diventando un campione amato da tutti. La sua prima moto da corsa fu una Benelli di serie con la quale, nei circuiti cittadini, portò a casa le prime vittorie nel 1939. Il suo primo titolo italiano lo collezionò nel 1947 su una Guzzi Albatros 250 e spinto dal suo entusiasmo e dalla foga del pubblico, nello stesso anno decise di partecipare anche a gare internazionali compreso il primo Motomondiale che si disputò nel 1949. La sua fama aumentò quando nel 1950 si mise in tasca il suo primo Motomondiale nuovamente in sella alla Benelli Bialbero: fu il primo romagnolo a riuscirci nella storia. Su otto Gran Premi disputati, in carriera ne aveva già vinti cinque e negli altri tre si era piazzato secondo quando arrivò il weekend di corse nel tracciato cittadino di Albi in Francia.

Su un lungo rettilineo la sua Benelli 350 lo scaraventò contro un palo, spegnendo ogni singolo sogno di Dario e portando grande sconforto per tutti gli amanti delle corse.

Al pilota cesenate nel 2017 è stata intitolata l’ associazione “Auto Moto Club Città di Cesena” sorta nel 1979 da un gruppo di appassionati che organizzano tutt’ora raduni ed eventi con auto e moto risalenti agli anni 50, 60 e 70. Non poteva esserci una intitolazione migliore per il campione che è stato e per il suo amore verso i motori.

Nonostante non siano riusciti a “percorrere ancora tutto il Cavatappi” di un periodo così difficile, non mancano le iniziative da parte dell’associazione che ha in programma per il 25 luglio un raduno al Fumaiolo e uno il 12 settembre a Gatteo in Viale Giulio Cesare. Chi deciderà di iscriversi potrà prendere parte ad un giro turistico e gli sarà offerta la cena da parte degli albergatori. Per tutte e due le occasioni saranno esposte auto e moto d’epoca al pubblico, simboli incontrastabili per ricordare Dario Ambrosini.

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