Sesso e droga a "Villa Inferno", cesenate condannato

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Due anni e 8 mesi di reclusione. Questa la sentenza in rito abbreviato nei confronti di Fabrizio Cresi: il cesenate coinvolto nella vicenda dei festini a base di sesso e droga nel bolognese.

Nove condanne con pene fino a 4 anni di reclusione, un'assoluzione e due patteggiamenti accolti, mentre un terzo patteggiamento va rideterminato. Così ha deciso nel complesso il giudice Alberto Gamberini nel processo in abbreviato sull'inchiesta "Villa Inferno". La sentenza condanna Piero Randazzo a 3 anni; Michele Marchesini a un anno e 4 mesi; Ivan Resca a un anno e 10 mesi; Fabrizio Cresi a 2 anni e 10 mesi; Gianluca Campioni a un anno e 10 mesi e Gianni Marseglia a 4 anni e 2 mesi. Condannati anche Andi Huqi a 2 anni; Paolo Carlo Prosapio a 2 anni e 8 mesi  ed Elisabetta Di Cesare a 2 mesi. Assolto, perchè il fatto non sussiste, Filippo Festi. Sul fronte dei patteggiamenti è stata accolta la richiesta a un anno e 8 mesi di Luca Cavazza e a 2 anni di Davide Bacci. Mentre è da ridiscutere il patteggiamento di Umberto Mancini. Il giudice ha anche condannato al pagamento di 15 mila euro a testa Randazzo, Cresi e Resca come provvisionale per la ragazza minorenne coinvolta nell'indagine che al processo si è costituita parte civile. I tre dovranno pagare anche le spese processuali del difensore di parte civile, mentre per i risarcimenti economici veri e propri tutto sarà discusso in sede civile. Nonostante la condanna patteggiata, l'ex candidato della Lega Luca Cavazza, unico presente in aula alla lettura della sentenza, ha parlato di "un incubo finito".

L'inchiesta "Villa Inferno" sui festini a base di sesso e droga organizzati con il coinvolgimento di una minorenne, ha coinvolto 15 persone. Gli imputati erano accusati a vario titolo di induzione alla prostituzione minorile, spaccio, produzione di materiale pedopornografico e anche di una tentata truffa per una vicenda parallela finita nel fascicolo. Alla sbarra diversi professionisti, imprenditori, un ex politico e alcuni spacciatori indicati come i fornitori della cocaina che veniva consumata soprattutto nel fine settimana.

L'inchiesta a settembre del 2020 portò a una prima serie di misure cautelari. A finire nei guai, accusati dall’allora 17enne, Davide Bacci, imprenditore e proprietario della Villa (nel Comune di Pianoro) dove venivano organizzate le feste; Luca Cavazza, capo ultras della Virtus basket e candidato dalla Lega alle scorse elezioni regionali dell’Emilia Romagna; il parrucchiere di origine Fabrizio Cresi, e poi professionisti come Michele Marchesini, Umberto Mancini, Piero Randazzo e Ivan Resca.

Persone a cui a gennaio 2021, con una seconda tranche dell’inchiesta, si unirono altri partecipanti alle serate di sesso di gruppo come Gian Luca Campioni e i pusher accusati di garantire quantitativi importanti di droga.

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